Franchising, retail, business
26/04/2016
Circa 7 mesi dopo la sua chiusura, avvenuta a settembre 2015, un locale di Bergamo specializzato in polenta, continua a ricevere recensioni su TripAdvisor, l'ultima, a marzo 2016, critica la qualità del servizio. Il titolare Marco Pirovano aveva chiesto al colosso web la rimozione della sua pagina ben 3 mesi fa
Un altro caso spiacevole si aggiunge all'ormai chilometrica lista di false recensioni, disservizi e mancanza di trasparenza che circondano TripAdvisor. Chi è stato minato in prima persona, questa volta, è Marco Pirovano (nella foto), vulcanico inventore del marchio PolentOne, da una recensione che critica la qualità del suo locale di Bergamo, a 7 mesi da cessata attività! La situazione attuale del ristoratore è abbastanza nota: prima un'attività di polenta take away a Bergamo, poi la chiusura del locale a settembre scorso per intraprendere un business molto più ampio, che vede nuove funzionanti aperture a Milano, Roma, Torino e, da questo mese, a Barcellona.
Quello che sconvolge però è una recensione postata sul portale del Gufo in merito al locale di Borgo Santa Caterina, una recensione che ancora una volta affibia a TripAdvisor il titolo di portatore di menzogne, o comunque non in grado di garantire alcun servizio credibile e corretto nei confronti dei ristoratori. Questo giudizio negativo infatti, sulla qualità del cibo mangiato, è stato postato lo scorso 24 marzo sulla pagina del portale dedicata al PolentOne.
Niente di grave, in effetti, se non fosse che l'attività ha chiuso a settembre 2015, ben sette mesi prima. Questa la recensione in questione: «Ho preso la polenta con vari abbinamenti d’asporto. Una delusione. Non mi sono piaciuti per niente. Forse perché la polenta era poco corposa. Forse mi aspettavo il sapore della polenta che fai a casa, ma anche gli abbinamenti avevano poco sapore. Non sono più tornata».
Ribadisce la sua incredulità lo stesso Pirovano in un commento sui social in riferimento alla suddetta recensione: «Andate avanti voi a dire che TripAdvisor è utile che io rimango della mia idea dicendo che è una gran cagata». Ecco qui un altro duro colpo al colosso delle recensioni via web, che già negli ultimi mesi è arrivato ad ammettere una sua “patologia” interna, tra taroccamenti e truffe.
Perché, attenzione, non si contesta la credibilità della recensione: la donna potrebbe aver visitato il locale prima che chiudesse e da lì, decidere a posteriori, avendo trovato la pagina del locale sul sito, di rilasciare un suo parere: niente di male. Il problema è che la pagina del locale sul sito esista ancora, quando Pirovano lamenta di aver già comunicato al colosso la chiusura del proprio locale, tre-quattro mesi fa, dopo essersi registrato sul portale, perché senza registrazione sul portale in qualità di titolare, lo ricordiamo, nemmeno il proprietario ha potere sulle recensioni fatte alla propria attività.
Situazioni sconvolgenti, che però, per quanto ricorrano di frequente, hanno smesso di sconvolgere. Dalla questione delle società di ottimizzazione che trattano la vendita di pacchetti di false recensioni a locali inesistenti che scalano le classifiche del gufo. Falsità e mancati controlli dei servizi offerti marchiano il colosso web ormai da tempo, arrivando sulla bocca di tutti, dalla televisione al governo.
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