Franchising, retail, business



 

Made in Italy da record: nel 2015 saldo commerciale di 122 miliardi

01made in italy marcopolonews

20/05/2016
Momento d'oro per i prodotti italiani: mentre l’artigianato toscano approda su Amazon, la differenza tra l’export e l’import registra una cifra record.

Quattro le grandi aree merceologiche: automazione meccanica, abbigliamento-moda, arredo-casa e alimentare-bevande. È quanto emerge da uno studio della CGIA di Mestre. Ecco tutti i numeri
Vola il Made in Italy nel mondo. Il saldo commerciale del 2015 (dato dalla differenza tra l’export e l’import) dei prodotti ascrivibili al cosiddetto “made in Italy” è stato di ben 122,4 miliardi di euro. Un vero e proprio successo delle nostre specializzazioni produttive nel mondo che sono costituite soprattutto da 4 grandi aree merceologiche: l’automazione meccanica, l’abbigliamento-moda, l’arredo-casa e l’alimentare-bevande. È quanto sostiene la CGIA (Associazione Artigiani Piccole Imprese) di Mestre.
Un risultato, quello raggiunto nel 2015, comunque in linea con gli esiti toccati negli ultimi anni. Se nel 2009 il saldo positivo era sceso a 88,4 miliardi, nel 2010 è salito a 92,3 miliardi, nel 2011 a 103,7 miliardi, nel 2012 a 119,5, nel 2013 a 120,2 e nel 2014 a 122,3: un crescendo continuo che ha toccato il picco massimo nel 2015: 122,4 miliardi di euro.
01made italy export 160510111624

Negativo, invece, lo “score” ottenuto dagli “altri prodotti”: computer, chimica- farmaceutica, prodotti metallurgici, tabacco e legno-carta hanno riportato tutti un saldo negativo. Solo gli autoveicoli hanno ottenuto un segno positivo pari a 290 milioni di euro. Nel 2015 l’insieme di tutti gli “altri prodotti” ha registrato un saldo negativo di 28,8 miliardi di euro.
Dall’analisi dei singoli comparti manifatturieri del “made in Italy” emerge lo straordinario risultato ottenuto dai macchinari (motori, turbine, pompe, compressori, rubinetteria, utensili, apparecchi da sollevamento, forni, bruciatori, etc.). Nel 2015 il saldo commerciale è stato positivo e pari a 49,8 miliardi di euro.
Seguono il tessile-abbigliamento-calzature con 17,6 miliardi, i prodotti in metallo (imballaggi leggeri, fili metallici, catene, molle, bulloneria, bidoni, contenitori in acciaio, etc.) con 11,1 miliardi, i mobili con 7,2 miliardi, gli apparecchi elettrici (lavatrici, frigoriferi, lavastoviglie, lavasciuga, congelatori, accumulatori elettrici, apparecchiature di cablaggio, batterie di pile, generatori, etc.) con 6,5 miliardi e altri materiali non metalliferi (vetro, porcellana, ceramica, refrattari, cemento, etc.) con 6,4 miliardi di euro.
E il made in Italy vola anche online. Il negozio dedicato alle nostre eccellenze che Amazon ha inaugurato lo scorso ottobre sui suoi portali, al quale hanno aderito 150 artigiani italiani, quasi tutti toscani, si è arricchito ora dell’artigianato sardo. Un accordo, quello stipulato tra il colosso di Jeff Bezos e gli artigiani dell’isola, che permette non solo di esportare nel mondo i tesori delle botteghe sarde ma anche di diffondere in maniera maggiore e più incisiva il made in Italy. Non a caso, il Country Manager di Amazon, Francois Nuyts, aveva detto al Sole 24 Ore qualche mese fa che "l'Italia è il Paese europeo dove stiamo crescendo più in fretta". I prodotti sardi si aggiungeranno ai 30mila prodotti già presenti sul negozio virtuale dedicato all’artigianato nostrano.
01made italy export 2

“Il nostro made in Italy – spiega il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo – è prodotto prevalentemente dalle Pmi che grazie alla flessibilità, all’elevata specializzazione produttiva, alla cultura del buon gusto e del saper fare hanno conquistato il mondo in settori, come quello delle macchine, dove la ricerca, l’innovazione e la qualità del ciclo produttivo sono requisiti indispensabili per competere sul mercato”.
“Ma l’export – ricorda il segretario della CGIA Renato Mason – non è tutto. È sicuramente un indicatore importante, ma il nostro paese per riagganciare la ripresa ha bisogno di rilanciare soprattutto i consumi interni che in questi ultimi anni di crisi economica sono diminuiti di 6,5 punti percentuali. E per fare questo bisogna assolutamente ridurre le tasse sulle famiglie, sulle imprese e ritornare ad investire per allargare la base occupazionale che, rispetto ai principali nostri competitori, è molto più contenuta”.
Per quanto riguarda i Paesi in cui nostri prodotti sono stati piazzati, il nostro principale partner commerciale è la Germania: nel 2015 abbiamo esportato nel mercato tedesco merci “made in Italy” per un valore di 30,3 miliardi di euro. Seguono la Francia (27,7 miliardi), gli Stati Uniti (24,6 miliardi), il Regno Unito (14,8 miliardi), la Spagna (11,2 miliardi) e la Svizzera (11 miliardi di euro).
Rispetto al 2014, si sono verificati aumenti di vendita molto significativi negli Emirati Arabi (+15,4 per cento), negli Stati Uniti (+15,2 per cento) e in Spagna (+10 per cento). Dei primi 20 paesi in cui esportiamo solo l’Austria (-0,2 per cento) e la Russia (-25,2 per cento) hanno segnato una contrazione. Per quest’ultimo paese hanno influito diversi fattori tra cui la contrazione del potere d’acquisto delle famiglie russe, il tasso di cambio e il perdurare dell’embargo commerciale imposto dall’Unione europea.

01made italy export 3

Fonte:http://www.economyup.it/made-in-italy/4345_made-in-italy-da-record-nel-2015-saldo-commerciale-di-122-miliardi.htm

LEGGI GLI ALTRI BLOG

Logo FEPbyFFF dates UK

 

ImmagineCompanyProfileUK2ImmagineCompanyProfileIT2

Logo Store inout BrD piccoloL’idea di creare un blog giornaliero per  il mondo del retail nasce grazie ai continui feedback positivi che riceviamo dalle notizie condivise attraverso diversi canali.
Rivolto a tutte le tipologie di distribuzione presenti sul mercato: dal dettaglio ai grandi mall, dal commercio locale e nazionale alle catene di negozi internazionali, investitori, ai nostri fedeli clienti e chiunque altro è realmente interessato allo studio e all'approfondimento su ciò che guida il comportamento dei consumatori. E' anche un blog per tutti coloro i quali lavorano già nel mondo del Retail.
Verranno condivise le loro esperienze, le loro attitudini e le loro experties. Un blog di condivisione, quindi.
Ospitato sul sito della BRD Consulting, che da decenni lavora nel mondo distributivo Italiano ed Internazionale, il blog Store in & out riguarderà il business, i marchi e i comportamenti d'acquisto propri di alcune delle più grandi aziende.
Ci saranno anche notizie in lingua originale per dare evidenza dell’attenzione della nostra Azienda nei confronti del global.
È possibile raggiungere lo staff  a: info@brdconsulting.it

 

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti. Continuando la navigazione su questo sito accetti che vengano utilizzati.