Franchising, retail, business
25/05/2016
Peter Pan lascia il posto a Wendy. E magicamente l’isola c’è. “Le isole di Wendy sono un arcipelago ideale, una serie di luoghi nei quali le donne, in particolare quando diventano mamme, e le loro famiglie, possano trovare un punto di riferimento, un esempio di rete di quartiere e di welfare territoriale”, racconta Ilaria Lenzi, mamma e ricercatrice della Fondazione Eni Enrico Mattei, tra i partner del progetto che ha come capofila Spazio Aperto Servizi.
Da poco è partita una raccolta di crowdfunding per trasformare l’isola che già c’è in una realtà strutturata, trasformando in uno spazio polifunzionale il Circolo ACLI Terre e Libertà gestito dai volontari dell’ong Ipsia in Via Don Bosco 7, a Milano. “L’obiettivo è dare vita nel nostro quartiere a una rete di servizi per le donne e le loro famiglie”. In particolare si parla di servizi di conciliazione fra vita privata e vita lavorativa, riqualificazione professionale e reinserimento nel mondo del lavoro, socialità e convivialità.
“L’idea delle Isole di Wendy – spiega Ilaria – nasce dagli incontri di molte donne nel periodo della maternità e appena dopo: al consultorio, nei parchi giochi, nelle scuole”. Ma l’idea non bastava. “L’aggregatore è stato il Comune di Milano, che ha lanciato un bando di crowdfunding civico. I portavoce sono stati una mamma del quartiere che si è attivata con un gruppo di whatsapp e con i social. Poi una cooperativa sociale che ha accettato di coordinare il bando e la ong che aveva appena rilevato il circolo Acli”. Come siete partiti finanziariamente e come vi state sostenendo adesso? Ad oggi il progetto si basa esclusivamente sull’attività volontaria di chi è interessato a farlo crescere. La sfida, adesso, è ristrutturare il circolo Acli e avere un minimo di budget per attivare un’offerta strutturata, a integrazione di quella volontaria. Le Isole di Wendy sono così sbarcate sulla piattaforma Eppela, il principale portale di crowdfunding italiano a cui si è appoggiato il comune di Milano, con l’obiettivo di raccogliere 15.000 euro. “Se riusciremo a raccoglierli il Comune raddoppierà la somma, mettendone altri 15.000”. Come si passa da utopia a progetto economicamente sostenibile? “Beh… diciamo che lo scopriremo solo vivendo. Però c’è qualcosa che sta già accadendo adesso. E parlo della miriade di persone che ci stanno donando spontaneamente tempo, energie, pensiero: dalla negoziante che ha organizzato un aperitivo nella sua bottega per aiutarci a raccogliere fondi, al collettivo di artisti di zona che sta inventandosi spettacoli e mostre, per un crowdfunding vecchio stile. E’ un valore sociale, che si tramuta anche in valore economico, ma che soprattutto qualifica e rende solida una comunità. Il vero obiettivo di Wendy”.
Fonte:http://www.alleyoop.ilsole24ore.com/2016/05/25/ciao-peter-pan-wendy-ha-la-sua-isola-a-milano/?uuid=itC4EfsI