Franchising, retail, business
12/02/2016
Lo chef emiliano ha ricevuto dall’Alma Mater di Bologna la laurea ad honorem in Direzione aziendale
E adesso, dopo averlo visto con la toga da laureando, cosa potremo aggiungere sul «caso Massimo Bottura»? Una laurea in Direzione aziendale, attenzione, è quella che gli è stata conferita ieri sera nell’Aula magna Santa Lucia dell’Università di Bologna. E per lui, il suo team, la sua famiglia, è stata la sintesi di un lungo lavoro cominciato tanti anni fa. Quando andare in giro per il mondo a promuovere tortellini poteva sembrare una follia. Sicuramente un azzardo per chi invece puntava, nello stesso periodo, a un riscatto della cucina italiana uscendo proprio dagli schemi della... cucina italiana tradizionale. Non Bottura. Lui, a quei tortellini del mignolo imparati da Lidia e dalla mamma ci ha creduto davvero. Ne ha fatto un progetto culturale di livello mondiale. Con sapienza, caparbietà e un pizzico di follia (quella ci vuole sempre, nelle grandi imprese) è riuscito dove molti avevano fallito.
Non dunque una laurea normale, quella di ieri, ma un riconoscimento alla sua visione imprenditoriale. Uno spartiacque, l’esperienza di Bottura, tra il prima e il dopo della cucina italiana. E grazie a lui molti altri cuochi di livello possono parlare ad alta voce una lingua prima vietata a noi italiani: quella della modernità gastronomica, nella tradizione. Ora non ci resta che aspettare i World’s 50 Best, i primi di aprile, per assistere alla cerimonia nella quale Bottura rappresenterà il meglio della cucina mondiale. E chissà che quella classifica, sempre per noi italiani, non riservi nuove sorprese.
Fonte:http://www.corriere.it/cronache/17_febbraio_06/perche-bottura-ci-insegna-modernita-95fb04c4-eca3-11e6-b0dc-72bd53481b5d.shtml