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La cura di Esther: «Così ho riportato in Italia produzioni dalla Cina»

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28/03/2017
Berrozpe è presidente di Whirlpool Emea (Europa, Medio Oriente e Africa dal maggio 2013. «Qui il sistema più efficiente»: oltre il 70% delle produzioni esportato nel mondo

Milano«L’Italia è al centro dei nostri piani di sviluppo», afferma Esther Berrozpe Galindo, 47 anni, spagnola, presidente di Whirlpool Emea (Europa, Medio Oriente e Africa) dal 2013 e ancora oggi l’unica donna presidente di una macro regione negli oltre 100 anni di storia della multinazionale americana, la seconda a sedere nel comitato esecutivo di 9 membri (l’altra è l’avvocato responsabile degli affari legali corporate).

A Esther è stato affidato il compito di «aggiustare» l’Europa, perché «l’azienda non era più sostenibile», dice. «Per rafforzarsi abbiamo comprato Indesit dalla famiglia Merloni a fine 2014, per circa 1,2 miliardi di euro inclusa l’Opa. Ci avevamo già provato in passato, ma non era in vendita». L’integrazione con Ignis, la società che Whirlpool aveva rilevato per intero nel 1991, è in corso e passa dalla modernizzazione del modello produttivo e di business. Sull’Italia Whirlpool ha programmato di investire 500 milioni di euro in 4 anni tra il 2015 e il 2018. «Siamo già al 70% del piano e finora abbiamo investito 220 milioni, puntando sui processi per automatizzare le nostre fabbriche e specializzarle.

Abbiamo cambiato il modo di lavorare. I nuovi investimenti serviranno a portare le nostre fabbriche a livello 4.0. In Italia abbiamo anche riportato alcune produzioni dalla Polonia e dalla Cina». Se il 70% della produzione dei 6 stabilimenti italiani è esportato nel resto d’Europa, le lavatrici prodotte a Napoli sono vendute anche in America e i piani di cottura che escono dal nuovo sito di Fabriano arrivano in Australia.

«Perché puntiamo sull’Italia? Perché ha una fortissima tradizione manifatturiera, ma anche di sviluppo tecnologico, che ha creato know-how in tutto l’indotto, oltre a straordinaria creatività, talento e capacità di design», sostiene la top manager, che ha sposato un italiano, ha un figlio di 11 anni nato in Italia e parla perfettamente la nostra lingua. L’importanza del nostro Paese è dimostrata anche dal fatto che Whirlpool è l’unica multinazionale ad avere in Italia il quartier generale Emea, appena spostato da Comerio, in provincia di Varese, a Pero, negli ex uffici di Expo. Il trasloco a Milano? «Ci aiuterà ad assumere giovani talenti, che non vogliono venire a lavorare a Varese, soprattutto i millennials. Cominciavamo a incontrare difficoltà».

Certo, i nodi storici restano. Su tutti «la lentezza della burocrazia e la mancanza di infrastrutture moderne di trasporto, logistiche e tecnologiche», cita Berrozpe Galindo. E fa il paragone con la Spagna, una dittatura fino al ‘75: «Il nostro sviluppo è stato molto più recente, e perciò il Paese si è dotato di infrastrutture molto più moderne, anche grazie ai finanziamenti europei. Ma la Spagna non ha la formidabile rete delle piccole e medie imprese». Insomma: «I problemi in Italia ci sono, gli investimenti sono meno efficienti e trasformare le nostre fabbriche in industrie 4.0. diventa più complesso. Ma si può fare». Qualcosa si muove: «Abbiamo annunciato il piano ad aprile 2015 e a luglio abbiamo siglato l’accordo con le parti sociali. È stato un processo molto veloce, con buoni rapporti sia con i sindacati che con le istituzioni a livello nazionale e locale».

di Giuliana Ferraino

Fonte:http://www.corriere.it/economia/17_marzo_29/cura-esther-cosi-ho-riportato-italia-produzioni-cina-bf4d7d94-13ee-11e7-a7c3-077037ca4143.shtml

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