Franchising, retail, business
15/05/2017
Grandi prospettive, piccoli numeri. Il mondo della grappa ha potenzialità interessanti e un prodotto ormai qualificato per conquistare i mercati internazionali, ma l’export stenta a decollare e le principali realtà del settore sono condizionate dall’andamento del mercato interno.
Secondo la ricerca di Pambianco Strategie di Impresa sui bilanci delle aziende specializzate nella produzione del distillato italiano per antonomasia, pubblicata nell’ultimo numero di Pambianco Magazine, il giro d’affari 2015 delle prime venti realtà italiane (escluse quelle che appartengono a gruppi il cui fatturato prevalente è legato a prodotti extra-grappa come Bottega, Stock e Branca) è pari a 223 milioni di euro contro i 225 del 2014. Inoltre, una quota superiore al 25% dipende dai primi due player, Bonollo spa (linee Consenso e Luigi Bonollo, oltre a produzione di alcol e grappa da imbottigliamento) e Bonollo Umberto (marchio Of), entrambi con un giro d’affari di 33 milioni di euro, e soltanto le prime dieci aziende presentano fatturati oltre i dieci milioni.
Ne deriva che il settore, all’interno del quale operano oltre 140 distillerie, sia caratterizzato da piccoli numeri, con pochi gruppi rilevanti e tanti micro-distillatori che non appaiono in grado di operare nei mercati esteri.
Guardando in prospettiva, tra le aziende iniziano a delinearsi progetti di collaborazione per fare promozione nei mercati considerati strategici, come gli Stati Uniti, uno dei quali ha debuttato all’ultimo Vinitaly. Inoltre, secondo i dati forniti da Istat e rielaborati da Assodistil, l’export 2016 è aumentato del 5,2% ed Elvio Bonollo, presidente dell’Istituto nazionale grappa, afferma: “I consumatori sono alla ricerca di prodotti diversi, dal carattere unico, e la grappa oggi è in grado di avvicinare nuovi target, più competenti e sempre più declinati al femminile, soprattutto con la versione invecchiata”.
Fonte:http://wine.pambianconews.com/2017/05/grappa-italiana-tempo-crescere/177964