Franchising, retail, business
15/05/2017
Se il plancton va di moda, molto si deve a Riccardo Uleri, imprenditore che negli anni si è affermato come uno dei principali importatori di cibi rari e preziosi in Italia.
Con la sua Longino&Cardenal, Uleri si è imposto agli occhi di ristoratori attenti alla qualità, gastronomie di livello e player del leisure e dell’hotellerie del lusso grazie ai suoi prodotti spesso introvabili, distribuiti in esclusiva per il nostro Paese. “L’avventura è iniziata nei primi anni 90, quando ho rilevato l’azienda dai fondatori liguri, trasferendone la sede da La Spezia a Pregnana Milanese. Negli anni sono diventato l’unico azionista, ho ampliato la gamma prodotti che inizialmente comprendeva solo il caviale iraniano e di recente ho trapiantato il modello di business anche all’estero, aprendo nel 2013 una filiale a Hong Kong e nel 2015 a Dubai”, spiega Uleri a PambiancoWine.
Il ‘format’ è sempre il medesimo: girare il mondo alla scoperta dei migliori prodotti gastronomici e portarli in esclusiva sulle tavole dei mercati in cui opera. Le referenze, ad oggi, sono oltre 2mila, con prodotti in arrivo da tutto il mondo e, in particolare, da Spagna e Francia. Ma sfogliando il catalogo è come fare un giro del mondo: c’è la ricciola giapponese, il manzo inglese, il vitello tedesco e diversi altri prodotti in arrivo anche da molto lontano.
Tra i clienti, oltre 400mila in tutta Italia, “il 90% è costituito da ristoratori e alberghi di qualità, concentrati soprattutto nel Nord Italia. La discriminante, però, non è il lusso in sé, quanto l’attenzione di un professionista all’eccellenza. Alcuni nostri clienti sono anche trattorie o pizzerie”, continua Uleri.
E in un momento in cui si parla tanto di chilometro zero, l’imprenditore va in controtendenza e rilancia: “A fare la differenza in un prodotto è se è buono, non se è vicino”. Con questa filosofia, Uleri nel 2016 ha fatturato 24 milioni di euro (di cui 20 in arrivo dall’Italia), ha acquisito un’azienda siciliana produttrice di gamberi e dà lavoro a 50 persone nel mondo. E, ammette, “mi piacerebbe aprire un’altra sede all’estero, magari in Corea o a Singapore o, perché no, anche in altri continenti come l’Africa e il Sud America”. La scommessa è tutta sul prossimo ingrediente che riuscirà a fare diventare ‘di grido’ alle nostre future cene.
Fonte:http://wine.pambianconews.com/2017/05/longinocardenal-cibi-rari-24-mln-ricavi/177885