Franchising, retail, business
29/04/2014
Si prevede un aumento del 7% delle vendite all’estero nel 2014.
L'export italiano ha ripreso a correre. I segnali sono più che incoraggianti: le previsioni di Sace indicano un incremento dell'export italiano del 6,8% per il 2014. Le previsioni per il futuro sono ancora più rosee, visto che iI trend proseguirà a ritmo più sostenuto negli anni successivi fino a raggiungere i 539 miliardi di euro di vendite all'estero nel 2017, con un tasso di crescita media nel quadriennio del 7,3%.
L’aumento dell’export è trainato dalle piccole e medie aziende che, molte volte, sui mercati esteri si sono affermate come campioni di vendite battendo anche i grandi big, e ritagliandosi ampi spazi di margine con le eccellenze del Made in Italy.
Tra i mercati a maggiore potenziale di crescita per il nostro export nei prossimi quattro anni spuntano mete nuove, sinora poco battute dalle aziende del nostro Paese. Accanto ai grandi classici come Cina (con stime di una crescita dell'11%), Russia (10,5%), Brasile, Arabia Saudita ed Emirati (al 9%) e Turchia (8,8%) si fanno largo anche Paesi come Indonesia (8%) e Messico (6,8%). L’export continuerà a puntare sui mercati maturi più tradizionali come Usa ( 9%) e Regno Unito ( 7%).
Le piccole e medie imprese italiane hanno, quindi, davanti a sé uno spazio sempre più ampio in cui muoversi. Rimane però ancora ridotto il numero di imprese che si sposta fuori dai confini. Le aziende che vendono all'estero con regolarità oscillano tra le 20 e le 40 mila unità contro le 210 mila che esportano genericamente, cioè che l'hanno fatto «almeno una volta nella vita». Altre 70 mila e più hanno invece le potenzialità per esportare ma non lo fanno, o lo fanno solo occasionalmente.
Fonte: businessonline.it