Franchising, retail, business
22/04/2014
Nel Def sono previsti 200 milioni per favorire i contratti di rete.
Sono in arrivo nuove risorse che andranno a finanziare gli sgravi fiscali concessi alle imprese che si uniscono con un contratto di rete.
Il plafond previsto dal Def dovrebbe ammontare a 200 milioni e riguarda la quota di utili che saranno reinvestiti nella realizzazione degli obiettivi del network.
Le risorse saranno utilizzate solo dalle "reti contratto" senza soggettività giuridica, che rappresentano la quasi totalità dei contratti di rete stipulati fino ad oggi.
L'approvazione degli interventi dovrebbe avvenire, secondo quanto indicato nel Def - entro settembre 2014.
Il testo del Def contiene altri due punti essenziali: l'aumento degli utili accantonabili e la semplificazione del bilancio d'impresa.
Il primo dovrebbe portare a un aumento delle risorse che beneficiano della defiscalizzazione: nel triennio 2011-2013 il tetto era fissato a un milione.
Per quanto riguarda il secondo elemento dovrebbe trattarsi dell'obbligo per le reti con fondo patrimoniale e organo comune di stilare e depositare presso il Registro delle imprese la situazione patrimoniale del contratto di rete. Un onere considerato eccessivo per le "reti contratto".
Il trend con cui vengono sottoscritti nuovi contratti ha registrato un'accelerazione. Al 1° aprile 2014 si contano 1.380 aggregazioni che coinvolgono oltre 6.590 aziende.
La grande maggioranza (4.365) sono società di capitali, circa il 15% sono società di persone (868), mentre un po’ meno sono le ditte individuali (731). Le cooperative, infine, rappresentano solo l'8% (493).
La strada tracciata dal Def per le reti va a integrare un insieme di misure che si stanno mettendo in campo a livello di finanziamenti regionali e con la prossima programmazione europea. Il Def evidenzia la valenza delle reti come un fattore di stimolo per la crescita dimensionale delle aziende del turismo e prevede «per tre anni benefici fiscali e contributivi alle imprese turistiche che si aggregano anche sotto forma di rete d'impresa».
II contratto di rete è uno strumento giuridico attraverso il quale si gestisce la relazione organizzata tra imprese.
A differenza di altre forme aggregative esistenti (distretti, raggruppamenti di imprese, consorzi) il contratto di rete prescinde dalla territorialità dei distretti e dalla organizzazione gerarchica dei raggruppamenti introducendo inoltre alcune significative innovazioni rispetto alla vigente disciplina probabilmente una visione un po' astratta dell'istituto della rete.
Se per grandi e medie imprese i termini "competitività" e "innovazione" (che costituiscono la finalità necessaria di una rete) sono ben chiari, non altrettanto lo sono per piccole e microimprese, dove l'attenzione quotidiana è molto di più sul piano dei costi e dei ricavi.
Perchè la convenienza di una rete è proprio nella possibilità di ridurre alcune voci di costo (ad esempio logistiche) e nell'aumentare alcune voci di ricavo.
C'è ancora molto da fare per sfruttare tutto il potenziale che l'istituto delle reti ha per il sistema produttivo e per l’economia italiana che è composta principalmente da aziende di piccole e medie dimensioni.
Fonte: impresanews.it