Franchising, retail, business
05/05/2014
E sul Pil l’istituto nazionale di statistica prevede che per il 2014 il prodotto interno lordo crescerà dello 0,6%, contro le previsioni dello 0,8% del governo
Una crescita dello 0,6%. È quanto prevede l’Istat in relazione al Pil italiano. Secondo l’istituto nazionale di statistica la crescita dell’Italia sarà quest’anno dello 0,6% in termini reali, meno di quanto stimato dal governo (+0,8%), e con un tasso di disoccupazione in aumento al 12,7%. Anche per il 2015 il Pil dovrebbe continuare a crescere con un aumento dell’1% ma comunque sotto l’1,3% stimato dal governo Renzi. Sono questi i dati contenuti nel report “Le prospettive per l’economia italiana nel 2014-2015” pubblicato dall’Istat. Lo scorso novembre l’istituto aveva ipotizzato per l’anno in corso un Pil a +0,7% e una disoccupazione al 12,4%.
La disoccupazione
«Lo scenario di previsione è particolarmente legato alle ipotesi relative all’evoluzione della domanda internazionale, del tasso di cambio e dell’offerta di credito che sono soggette a forte incertezza nel periodo analizzato — si legge nel documento —. Le previsioni incorporano gli effetti macroeconomici di breve e medio termine della manovra di finanza pubblica presentata nel Documento di Economia e Finanza». Nel 2015 la disoccupazione dovrebbe scendere al 12,4%, mentre per il 2016, secondo Istat, il prodotto interno lordo crescerà dell’1,4%, contro l’1,6% stimato dall’esecutivo Renzi.
Non solo, secondo l’Istat l’Italia è ormai al top della classifica tra i Big Ue per la disoccupazione di lunga durata. «Nel 2013 — si legge nel rapporto — in Italia la quota dei disoccupati di lunga durata è risultata la più elevata tra i principali paesi europei, con un crescita rispetto all’anno precedente di circa 6 punti percentuali. Tale componente è cresciuta significativamente (circa il 56,4% del totale dei disoccupati
erano il 45,1% all’inizio della crisi), sia nel Mezzogiorno sia nel Nord-Est».
Il bonus e i consumi
Dal bonus di 80 euro deciso dal governo Renzi ci sarà «un minimo effetto positivo sui consumi privati nel 2014, con un effetto trascinamento» anche per i prossimi anni. Inoltre nell’anno in corso la spesa delle famiglie, dopo tre anni di riduzione, potrebbe segnare un aumento dello 0,2%. «Nel 2015 si prevede un ulteriore miglioramento con una crescita dei consumi delle famiglie pari allo 0,5%», dato che potrebbe salire all’1% nel 2016. Dopo tre anni di riduzione quindi, per la prima volta, i consumi tornano a salire. «Il clima di fiducia risulta in recupero — fa sapere l’Istat — supportato dal miglioramento dei giudizi sulla situazione economica del paese e, per la prima volta da oltre un triennio, delle valutazioni sulle condizioni economiche della famiglia e sulle prospettive del mercato del lavoro». Il merito di questo incremento, anche se in misura «minima», è da attribuire alla decisione del governo di mettere in busta paga i famosi 80 euro. Ancora più ottimistiche sono le previsioni delle associazioni
dei consumatori. Secondo Federconsumatori e Adusbef infatti il bonus di 80 euro in busta paga potrebbe determinare una ripresa dei consumi tra il +0,5 e il +0,6%.
Fonte: italiavoltapagina.corriere.it