Franchising, retail, business
10/04/2017 - Con l’ingresso nel capitale del fondo Idea Taste of Italy, che ha acquisito a gennaio un terzo delle quote, Lurisia ha iniziato un percorso che dovrebbe portare, nelle intenzioni del presidente onorario Alessandro Invernizzi, al raddoppio del fatturato entro cinque anni, salendo dai 20 milioni attuali ai 40 milioni del 2022.
Intanto l’azienda ha rafforzato la componente manageriale con l’ingresso di un nuovo amministratore delegato: si tratta di Roberto Roccati, già direttore generale di Ceres Italia, scelto per la competenza acquisita nell’ambito commerciale e marketing del mondo beverage. “C’è molto da fare in quest’ambito, perché Lurisia aveva concentrato gli sforzi nel sottolineare la qualità dei prodotti ma non aveva mai usato mezzi tradizionali di comunicazione”, spiega a Pambianco Wine Invernizzi, che siede all’interno del cda presieduto da Piero Bagnasco, storico partner di Farinetti in Eataly e in altre società come Fontanafredda.
Perché con Eataly, vostro partner con il 50% delle quote, avete aperto il capitale a un socio finanziario?
Occorre partire da più lontano. Mio padre acquisì Lurisia nel 1996 dall’allora Banca Popolare di Lodi, accollandosene i debiti, perché si innamorò dell’azienda. Al termine della prima fase di rilancio, cedette il 50% a Oscar Farinetti senza alcun patto sociale: o si andava d’accordo o tutto si sarebbe bloccato. Fu allora che, consapevole di non essere una persona “da soci”, decise di uscire dalla gestione operativa e lì entrai io, forte dell’esperienza nel settore della mia famiglia e della visione innovativa di Oscar Farinetti. Assieme abbiamo creato le condizioni che hanno determinato l’interesse da parte di un socio esterno, che abbiamo accolto sia per ragioni personali sia anche perché la crescita aveva nel frattempo saturato il sistema organizzativo. L’ingresso di Idea Taste of Italy ha portato nuove energie e anche nuove competenze.
Da dove si parte?
Lurisia nel 2015, bilancio analizzato dal fondo per decidere l’investimento, aveva 21 milioni di ricavi, un 30% di ebitda e 6 milioni di liquidità. Ci sono anche le potenzialità per crescere poiché nel 2013 abbiamo trovato una nuova sorgente d’acqua che ci ha permesso di superare il limite dei 100 milioni di litri che aveva caratterizzato il periodo antecedente: oggi possiamo arrivare a 300 milioni di litri. Occorre considerare che nel 2004, anno a cui risale l’ingresso di Farinetti, il fatturato era di 7,5 milioni di euro.
Come farete a raddoppiare?
Dovremo ripetere in tutta Italia e in parte all’estero quel che abbiamo già fatto a nordovest. I driver della crescita saranno l’aumento della diffusione di acque minerali e bibite in Italia e l’avvio di attività dirette all’estero, affiancando la figura del distributore, partendo da Stati Uniti e Germania. Gli Usa sono il nostro primo mercato estero con circa il 50% del fatturato internazionale, che però vale ancora poco, circa il 10% del totale, con l’obiettivo di arrivare al 25% nei prossimi anni. Circa il 20% di quel che vendiamo negli States passa attraverso Eataly e le prospettive, con le future aperture di Los Angeles e Las Vegas, sono di ulteriore crescita. Negli Usa però non siamo arrivati con Eataly, ci eravamo già nel 1992… Resta comunque centrale, nella nostra strategia, l’elemento della scarsità di prodotto.
Cosa significa scarsità di prodotto?
Per le bibite, utilizziamo ingredienti difficili da reperire come ad esempio il chinotto di Savona, il limone sfusato di Amalfi e le arance del Gargano. Questi limiti operativi ci hanno costretto a prendere le giuste decisioni. C’era uno spazio da conquistare e ne abbiamo approfittato, creando condizioni favorevoli per altri player che si sono successivamente aggiunti.
Bibite e acqua: quanto valgono?
Il 60% del fatturato attuale è generato dall’acqua, il 40% dalle bibite che sono state introdotte nel 2008 e che in termini di volume rappresentano il 20% della nostra produzione. All’estero il business è concentrato sull’acqua minerale, grazie all’immagine qualitativa di cui beneficia il prodotto italiano.
Come sta andando il 2017?
A livello di budget ci eravamo dati a fine anno un obiettivo del +10% che potremmo anche superare, considerando il +30% registrato nel mese di giugno grazie al contributo del caldo record.
Fonte:http://wine.pambianconews.com/2017/07/lurisia-nomina-un-ad-si-prepara-al-raddoppio/178390