Franchising, retail, business
14/05/2014
"È assurdo morire in un posto così affollato non potendo avere soccorsi adeguati"
E' l'ora di pranzo nel ristorante dell'Ikea a Porta di Roma, centro commerciale della Bufalotta. I tavoli sono pieni, i più piccini nello spazio accanto giocano col piccolo falegname, mangiano il gelato, ridono, fanno i capricci. Ma basta ricordare alle mamme di quanto successo a Francesco soffocato in quella stessa sala da un hot dog per far scendere il gelo. E il terrore. "È assurdo morire in un centro commerciale, dovrebbe sempre esserci a disposizione un'ambulanza e del personale infermieristico", dice Manuela mentre trastulla nel passeggino la sua bambina.
Quella tragedia ha spinto Giusy Grillo, anche lei ieri all'Ikea , a seguire a Guidonia lezioni di primo soccorso per salvare la vita. "Si dovrebbe insegnare a tutte le madri come intervenire in caso di pericolo. Magari già nella fase preparto afferma . Perché quello che conta è la tempestività, bastano pochi minuti e l'ossigeno non arriva più al cervello".
Dopo quel maledetto 13 marzo simulazioni salvavita aperte a tutti si fanno anche a Porta di Roma, cittadella dello shopping affacciata sul Gra che nei sabati piovosi può ospitare fino a 90 mila persone. È una cifra da capogiro il bilancio del 2013: 19milioni. È come se a fare compere sia arrivato qui un italiano su tre.
La scorsa settimana la Croce rossa ha "militarizzato" il centro e in una delle multisale del cinema i volontari hanno spiegato a una platea fatta di mamme, nonne e bambini come fare la "manovra di Heimlich". Ovvero, quella sequenza di colpi dietro la schiena, e poi tra l'ombelico e lo sterno per cercare di tirar fuori il boccone andato di traverso. "La prima regola: mangiare seduti, senza ridere e sghignazzare", dice uno degli istruttori. E rivolto alle madri che lo seguono senza perdere una battuta: "Non rincorrete il bambino con la forchetta per tutta casa cercando di imboccarlo. È in queste circostanze che capitano le disgrazie". In Italia ogni anno muoiono per soffocamento 50 bambini. "E saper fare questa manovra vuol dire abbassare il numero", spiega.
Ma un corso può bastare? Centri commerciali con numeri da cittadina di provincia non dovrebbero avere un presidio medico stabile? "Abbiamo un'infermeria dice Filippo de Ambrogi, direttore da poco più di un anno di Porta di Roma. E sono tante le persone che medichiamo ogni anno. Ma nei casi di codice rosso l'unica cosa che si può fare è chiamare il 118, tra l'altro noi siamo vicinissimi all'uscita del Gra per il Sant'Andrea". De Ambrogi spiega che in tutto il centro ci sono 23 persone dedicate al soccorso che fanno continui aggiornamenti. Tanti i defibrillatori a disposizione. E la giornata di Heimlich verrà istituita una volta al mese. "In più c'è una squadra in ogni grande padiglione come Ikea, Leroy Merlin e Decatlon continua il direttore e un presidio fisso di carabinieri". Anche quel terribile giovedì, due
mesi fa, corsero nel bistrot dell'Ikea i militari. Si trovarono di fronte la mamma che urlava, l'ambulanza in arrivo, la gente che si disperava. Ma per Francesco non c'è stato nulla da fare. Perché? "C'è un'indagine in corso...", dice abbassando la voce il direttore.
Fonte: http://roma.repubblica.it