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14/05/2014
L’italiano, secondo lo straniero mediamente educato, è quello che tradizionalmente gesticola, parla a voce alta, si veste bene ed è attento più all’immagine che ad altro. A tavola l’idea stereotipica che gli stranieri hanno degli italiani non cambia e anzi viene amplificata proprio perché, si sa, l’Italia è la patria della pizza, della pasta e del mandolino. Insomma, come ci vedono questi stranieri a tavola? Proviamo a semplificarlo in qualche punto, sicuramente non esaustivo ma comprensivo (quasi) di tutto: un ritratto che rende omaggio ai due personaggi più rappresentativi dell’italianità, Mario e Luigi.
Pasta & pizza. Gli italiani mangiano solo e soltanto pasta e pizza, non è ammesso altro cibo al di fuori della pasta e della pizza. Secondo gli stranieri non sono però mai assaporati propriamente perché non sono accostati a della sana insalata o a delle sane tazze di cappuccino. Insomma un fallimento fatto passare per successo: qualcuno dovrebbe intervenire.
Esperienza e abbondanza. Gli italiani sanno cucinare e mangiare bene, ma soprattutto sanno mangiare tanto e non ammettono che qualcuno mangi di meno. Per gli stranieri la caratteristica principale degli italiani a tavola è il ricatto culinario che passa dalla mitica frase “Se non mangi ci offendiamo“.
La cucina di mammà. Gli italiani sono permalosi quando si parla di cibo e pensano che la cucina italiana sia la migliore del mondo, specie se a prepararla è la mamma. Del resto l’Italia è anche vista come un Paese vecchio e resiste l’idea che l’italiano medio non mangi fuori ma si rintani a casa con tutta la famiglia, tutti i giorni, per consumare un lauto pasto preparato da mammà, dimenticandosi delle meraviglie e delle possibilità offerte dall’esterno.
Caffè. Come lo fanno in Italia non lo fanno da nessun’altra parte. È per questo che esiste Starbucks, no? Per esportare il vero, unico, autentico caffè italiano nel mondo.
Orari. Gli italiani stanno seduti dalle 2 alle 5 ore per singolo pranzo e, se finiscono prima, si sentono così in colpa che continuano imperterriti a bere caffè e giocare a carte con la canottiera bianca sporca di sugo mentre le donne più anziane della famiglia mettono a posto.
Educazione. L’italiano medio a tavola grida e si agita come se fosse su una nave in mezzo a una tormenta a mare aperto. Nel gridare, dice lo straniero, il cibo straborda da tutte le parti ma lui (o lei, nel caso) ha sempre il tovagliolo legato al collo, modello bavaglino. Oppure la canottiera bianca di cui sopra.
Abbinamenti. Gli italiani non conoscono il galateo culinario, quello vero. La pasta si dovrebbe mangiare con l’insalata, il cappuccino dovrebbe essere bevanda nazionale per accompagnare i pasti, il pollo sulla pizza un’istituzione e la carbonara con la panna il piatto tipico. Insomma pur sapendo cucinare bene gli italiani dovrebbero anche essere educati perché quello che gli manca è proprio la cultura del vero cibo.
Tovaglie. Se i ristoranti non hanno la tovaglietta bianca a quadrettoni rossi o blu non sono affidabili. Del resto nelle nostre case tutti abbiamo la tovaglietta da osteria e se non ce l’abbiamo ci sentiamo dei negletti.
Nomignoli. Identificare un italiano a tavola è semplice, basta chiamarlo come deve essere chiamato. Ovvero mangiapizza, mangiapasta, Chianti (ubriacone per gli americani): se non si gira è solo perché è impegnato ad abbuffarsi di pasta e pizza.
Lifestyle. In Italia si sta bene, ci si gode la vita, si mangia tanto e bene, si beve ancora di più, si pranza all’ombra del Colosseo o sotto il David di Michelangelo. Gli italiani sono rumorosi, gesticolano, hanno famiglie enormi, e salutano tutte le ragazze usando la frase “Ciao bella!“.
Insomma gli italiani non si riconoscono per lo zainetto e le scarpe firmate, ma per quel loro modo di sedersi a tavola, impugnare una chitarra, intonare “Lasciatemi cantare” arrotolandosi i baffi sporchi di sugo e gridando “Mamma mia“. Secondo voi perché resistono questi stereotipi?
Fonte: agrodolce.it