Franchising, retail, business
04/10/2017 - Startup, exit, vc, il nostro Paese, la competitività, questi e altri i temi di cui abbiamo parlato con Andrea Calcagno, 39 anni, originario di Cosenza (ma vive a San Francisco da 4 anni), ceo e co-founder di Cloud4wi
Le cinque di mattina. E’ quasi l’alba a San Francisco quando la voce di Andrea Calcagno, 39 anni, passa sopra l’Oceano e si ferma nel centro di Roma (chilometro più, chilometro meno). Per il ceo e co-founder di Cloud4wi è il giorno che segue una comunicazione importante. La startup di cui è ceo e co-founder (insieme al cto Davide Quadrini), ha chiuso un round B da 11,5 milioni di dollari con Opus Capital e United Ventures. Che cosa fa Cloud4wi? Si rivolge agli esercizi commerciali e utilizza una strategia all’avanguardia per permettere loro di monetizzare i servizi Wi-Fi offerti ai propri clienti, promuovendo offerte commerciali, mettendo a disposizione applicazioni e allestendo campagne marketing mirate. Tra i progetti sviluppati da Cloud4wi, c’è Volare. Proprio così, la piattaforma prende il nome dal capolavoro di Domenico Modugno. Andrea vive a San Francisco da 4 anni, ma le sue radici sono in Calabria. A Cosenza, per essere precisi, dove è nato. Ma anche a Pisa, dove si è formato e ha trascorso molti anni.
L’importanza dei valori
«Per una startup l’importante è crescere e fare exit», dice subito Andrea, che si smarca così dai complimenti per la chiusura dell’operazione. Poi le parole si fanno meno tese e controllate quando il tema diventa casa. La Calabria. Cosenza in particolare. «Un affetto straordinario. Lì ci sono le mie origini». E «cerco di tornare ogni 2 mesi (anche perché abbiamo in Italia operazioni importanti). Sono 4 anni ormai che sto in Silicon Valley, un periodo molto lungo. Un periodo così ti fa riflettere anche sui nostri valori più importanti: la famiglia, l’amicizia, la quotidianità». Un pensiero per Cosenza poi, che «sta crescendo molto in ambito tecnologico. Ci sono grandi aziende che stanno investendo». La previsione: «Cosenza potrebbe assumere un ruolo importante in termini di sviluppo e di attrazione dei talenti». E fare come in Silicon Valley «che fa largo uso dell’outsourcing, perché non è in grado da sola di soddisfare la capacità produttiva». India e Asia prima di tutto.
Volare
Italiano di frontiera, startupper (se proprio vogliamo utilizzare un termine non sempre amato), imprenditore di successo senza dubbio, e tanto legato alla sua terra da aver chiamato la piattaforma di Cloud4wi, Volare. «Siamo un’azienda che tiene molto ai valori, quelli italiani». Ci spiega così questa scelta. «”Volare” è sì la canzone di Modugno, ma è anche un brano che ha vinto il Festival di Sanremo nel 1958, anno della ripartenza dell’Italia» dopo le macerie della Seconda Guerra Mondiale. «Nel giro di 10 anni siamo diventati la seconda potenza europea». E poi “Volare” è veramente uno dei biglietti da visita dell’Italia nel mondo. «E’ una canzone che conoscono e cantano ovunque. Anche in Russia».
Che cosa ci manca…
Risorse, attitudine al rischio e al fallimento, un apparato di leggi a sostegno delle startup e dell’ecosistema? Ecco, quando si incontra un italiano che macina successi all’estero, la tentazione di chiedergli cosa manca all’Italia per diventare un paese accogliente per le startup (e magari fare il salto di qualità) è forte. E naturalmente gliel’abbiamo chiesto. «Per molti manca la capacità di investimento – spiega – ma per me non è sufficiente». Per Calcagno occorre prima di tutto distinguere. «Le startup non sono piccole e medie imprese. L’errore che si fa in Italia è legato a questa identificazione». E aggiunge: «Quello che ci manca in Italia è la cultura dell’exit. Ovvero manca il costruire una dinamica in cui l’exit diventa strutturale all’interno del percorso di una startup». Ancora. Come creare le condizioni che diano anche credibilità all’ecosistema italiano delle startup? «Cercando di avere aziende che si sforzano di avere uno sguardo e una credibilità internazionali. E siamo ancora in pochi. Non c’è una robustezza tale da poter dire che c’è un movimento. Solo casi isolati».
La competitività in Silicon Valley
Dall’Italia alla California, un anno e mezzo fa Calcagno ha raccontato a Roberto Bonzio su Italiani di Frontiera a proposito della competitività in Silicon Valley. «Mi aspettavo un mondo molto competitivo, difficile, dove per una persona e un team italiano partire da zero e mostrare la sue capacità sarebbe stato molto difficile. E’ stato proprio così: la competitività è davvero molto elevata. Ma è stato anche confermato che quando lavori sodo e costruisci valore, è solo una questione di tempo e questo valore ti verrà riconosciuto. Di questo ecosistema mi ha sorpreso la capacità di crearsi una dimensione propria, che vive all’interno di proprie regole, di proprie tendenze tecnologiche che spesso si affermano poi a livello globale». E la sua startup? «Con Cloud4wi – ha spiegato – abbiamo avuto fin da subito la capacità di pensare ad un progetto globale, legato anche ad un percorso che porti all’exit. United Ventures è il vc più in grado di sostenere questo percorso, ci ha creduto e ci ha dato gli strumenti». Già, gli strumenti. «Senza quelli in Silicon Valley non sei credibile, qui, dove la concorrenza è strutturale». Credibilità che ha permesso poi a Cloud4wi di avere un vc locale. Parliamo di Opus Capital, venture protagonista dell’ultimo round.
Fonte:http://startupitalia.eu/78608-20171004-cosenza-san-francisco-volare-litalia-e-la-cultura-dellexit-che-non-ce-qui-andrea-calcagno-cloud4wi