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Export record, ma l’agroalimentare è troppo concentrato a Nord

01Formaggi

23/11/2017 - Nel 2017 l’export italiano di prodotti agroalimentari supererà i 40 miliardi di euro, con un balzo del 6% principalmente grazie all’aumento del 7% del vino e del 9% dei formaggi, due voci che compaiono ai primi posti nelle graduatorie delle esportazioni. Tuttavia, esiste un forte squilibrio tra regioni italiane trainanti e regioni che arrancano.

Dalle prime quattro sommate assieme ovvero Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte dipende il 60% dell’export complessivo, che diventa l’80% se a queste si aggiungono Campania, Toscana e Trentino Alto Adige. Ne deriva che le restanti 13 regioni non vanno oltre il 20% del fatturato estero.

Il dato è stato calcolato da Nomisma Agrifood Monitor, che ha stimato in 130 miliardi di euro il valore aggiunto della filiera food e wine, per un’incidenza pari al 9% del pil italiano complessivo. Dall’agricoltura alla ristorazione, la supply chain del cibo coinvolge il 13% degli occupati totali e concentra 1,3 milioni di realtà produttive, un quarto di tutte le imprese presenti in Italia.

I paesi extra-Ue, che rappresentano meno del 35% dell’export totale, evidenziano i tassi più elevati di incremento e in particolare sono la Russia (nonostante il peso dell’embargo) e la Cina a guidare la classifica per trend di crescita, ben oltre il 20% annuo. Risultano invece in linea con la media di settore le esportazioni verso nord America e paesi Ue.

“Dallo scoppio della recessione globale del 2008 ad oggi – afferma in una nota Denis Pantini, responsabile dell’area agroalimentare di Nomisma – il valore aggiunto della filiera agroalimentare italiana è cresciuto del 16%, contro un calo di oltre l’1% registrato dal settore manifatturiero e un recupero del 2% del totale economia.

Non male per un settore fortemente frammentato dove le imprese alimentari con più di 50 addetti rappresentano appena il 2% del totale, quando in altri paesi competitor come la Germania, questa incidenza arriva al 10 percento”.

Pantini aggiunge che la propensione all’export dell’industria alimentare italiana è pari al 23% contro il 33% della Germania e che le esportazioni di food e wine, per quanto in crescita, sono tuttora inferiori a quelle francesi, pari a 59 miliardi di euro, e a quelle tedesche, che valgono 73 miliardi.

Il dato sullo squilibrio regionale si sta ulteriormente ampliando. Nel primo semestre 2017, le regioni del nord Italia messe assieme hanno fatto segnare una crescita di oltre il 7% nelle vendite oltre frontiera, quelle del Mezzogiorno non sono riuscite a raggiungere il +2%.

Fonte:http://wine.pambianconews.com/2017/11/export-record-lagroalimentare-concentrato-nord/179314

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