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07/02/2018 - I soci del gruppo hanno scelto all'unanimità gli americani. Global Infrastructure Partners (Gip) pronto ad accollarsi anche 400 milioni di debiti, mentre 30 milioni di dividendi resteranno nelle tasche degli azionisti italiani. Potrebbe ripartire una guerra su prezzi e qualità che avvantaggia i passeggeri
ROMA - Italo-Ntv diventa americana. Gli azionisti hanno accettato all'unanimità l'offerta del fondo Usa Global Infrastructures Partners (Gip) che era stata rilanciata in tarda serata, sfiorando i due miliardi di euro (1,98 miliardi). Nella proposta c'è la conferma che il fondo è pronto ad accollarsi i 400 milioni di debito di Italo-Ntv.
Il consiglio di amministrazione del gruppo ferroviario, dopo una sospensione temporanea in serata giunta dopo una seduta fiume di 5 ore ha lasciato la decisione in mano agli azionisti. E poco dopo le 23 è arrivata la conferma con un comunicato. Gli americani avevano posto una scadenza alle 17 di ieri pomeriggio. La maratona del cda è durata da due giorni, durante i quali i soci del gruppo ferroviario sembravano ancora indecisi su quale binario indirizzarsi: prendere l'allettante offerta Usa o andare avanti con la quotazione in Borsa.
All'ordine del giorno c'era anche la valutazione della documentazione in vista della quotazione in Borsa. Il governo è sceso in campo auspicando per Italo-Ntv uno sbarco a Piazza Affari piuttosto che prendere la strada americana che priva il tricolore di una delle aziende più innovative e "concrete" del settore trasporti. "La quotazione in Borsa" di Italo-Ntv "rappresenterebbe il perfetto coronamento di una storia di successo", avevano dichiarato in una inusuale nota congiunta il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda e il ministro dell'Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan (il "padrone" di Ferrovie dello Stato) aggiungendo che comunque "è molto positivo che vi sia un grande interesse da parte di potenziali investitori su Ntv".
Ora si guarda al futuro: un proprietario così ingombrante e danaroso potrebbe innescare una nuova guerra dei prezzi e della qualità del servizio ferroviario che dal 2012 - anno del battesimo su rotaia di Italo - a oggi ha bruciato le tappe tagliando i prezzi del 40 per cento. Quindi buone notizie per i passeggeri.
Da valutare, invece, l'impatto sulle maestranze. I dipendenti di Italo da diverse settimane combattono, usando anche l'arma dello sciopero, per il contratto e il riconoscimento di premi di produzione dati a singhiozzo o solo ad alcune componenti dei lavoratori. Riusciranno i nostri eroi americani a riportare la piena felicità all'interno dell'azienda italiana?