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L’uomo più ricco di Germania scommette sull’Italia: Aldi apre 45 negozi entro l’anno

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17/02/02018 - Un piano di investimenti di cui non è nota la cifra ma che prevede, per l’anno in corso, almeno 45 aperture nel Nord Italia e circa 1.500 assunzioni.

Il gruppo Aldi, colosso tedesco dell’hard discount, con 5.900 punti vendita in undici Paesi e quattro continenti, un fatturato attorno agli 80 miliardi di euro, sbarca in Italia dopo due anni di «attento studio» del nostro mercato, come ha spiegato il Group Managing Director Michael Veiser durante la presentazione dello store concept di Castellanza (Varese), uno dei dieci punti vendita pronti ad aprire il prossimo 1° marzo (gli altri saranno a Bagnolo Mella, Cantù, Curno, Peschiera del Garda, Piacenza, Rovereto, San Donà di Piave, Spilimbergo e Trento).

Per la sede operativa è stata scelta Verona (268 dipendenti), mentre poco distante, a Oppeano, si trova il centro logistico di distribuzione, dove lavorano 618 persone.

«Quello italiano è un mercato molto particolare ed esigente, per il quale abbiamo voluto studiare un format e una selezione di prodotti ad hoc», precisa Veiser, spiegando così anche il ritardo con il quale questo gruppo, fondato oltre cent’anni fa in Germania e ormai ben consolidato in Paesi come Regno Unito e Australia, arriva nel nostro Paese.

Probabilmente, il gruppo guidato da Karl Albrecht jr (l’uomo più ricco della Germania) ha fiutato le potenzialità di questo segmento distributivo in Italia. Nonostante la stagnazione dei consumi che dura da diversi anni, infatti, il peso dei discount è in continua crescita all’interno della grande distribuzione, con una quota di mercato che – secondo i dati forniti da Nielsen – a fine dicembre 2017 ha raggiunto il 17,3% delle vendite di prodotti di largo consumo confezionato, con 5.143 punti vendita (+1,5% sul 2016) e un fatturato di circa 12,2 miliardi di euro (+1,9%). Ma la competizione è feroce e non sarà facile per Aldi recuperare il terreno perduto. In Italia operano già da tempo gruppi come Eurospin e Lidl con, rispettivamente, il 5,6% e il 3,1% del mercato della Gdo nel 2016 (dati Federalimentare), e ricavi per 4,7 e 3,7 miliardi di euro.

01 il peso dei discount

«Due anni fa abbiamo deciso che era il momento giusto per entrare in Italia – dice Veiser – e abbiamo investito molto per capire quali sono le esigenze dei consumatori e quale risposta fornire per distinguerci dai competitor, ma anche per scegliere le location e i format più adatti». Cominciamo dall’offerta: gli italiani vogliono soprattutto prodotti made in Italy, di qualità e freschi, spiega il manager tedesco. Di qui la scelta di avviare collaborazioni con fornitori locali per avere sugli scaffali il 75% dei prodotti alimentari di origine italiana. Una scelta che si riflette anche all’interno della strategia commerciale perseguita da Aldi a livello globale, che da sempre punta sul private label. Su 1.900 articoli presenti nei punti vendita Aldi in Italia, l’85% sarà a marchio proprio e quasi tutti di aziende italiane. Non mancano le linee che crescono con i margini maggiori, come quelle biologiche, salutistiche, i cibi speciali o per vegetariani e vegani. Focus inoltre sul reparto ortofrutta (oltre cento referenze) e del fresco, ma anche su quello dei vini, al 99% di cantine italiane.

Quanto al format, grande attenzione è stata data al design e all’esperienza di acquisto, progettando spazi semplici e percorsi di acquisto chiari e intuitivi, all’interno di «store concept» che avranno una metratura tra i mille e i 1.400 mq, con 15-20 dipendenti ciascuno.

«Puntiamo su una crescita organica progressiva – annuncia Veiser –. Siamo consapevoli che si tratta di un mercato difficile, dove già sono presenti e consolidati molti competitor, ma noi vogliamo distinguerci con un’offerta di qualità che garantisca anche convenienza, senza fare leva esclusivamente sulla leva del prezzo, che non basta, con gli italiani». Tra le strategie commerciali non mancheranno tuttavia le promozioni, con 60 prodotti (a rotazione) in offerta speciale ogni lunedì e giovedì.

–di Giovanna Mancini

Fonte:http://www.independent.co.uk/voices/first-time-buyers-economic-crisis-bank-mum-dad-wealth-property-a8215571.html

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