Franchising, retail, business
13/02/2018 - Gli italiani sono i cittadini europei più propensi all’idea di lavorare all’estero: l’88% si dichiara pronto a varcare i confini per trovare un impiego. In particolare, il 30% ambisce a un lavoro in Germania, ma uno su tre ha problemi con le lingue straniere.
È il quadro, riferito all’Italia, che emerge dalla ricerca «La forza di lavoro in Europa 2017» pubblicato da Adp, multinazionale attiva nel comparto dell’human capital management.
Numerosi gli spunti che si colgono dallo studio elaborato su un campione di circa 10mila lavoratori di Francia, Germania, Olanda, Polonia, Spagna, Svizzera e Regno Unito, oltre che del Bel Paese. Il primo dato che si coglie è che chi ha minori opportunità di impiego o carriera nel proprio Paese di origine è più propenso a prendere in considerazione di trasferirsi all’estero. E tra i lavoratori più interessati a quest’opzione, a livello europeo, vi sono proprio gli italiani (88%), seguiti da polacchi e spagnoli (86% e 85%).
Per contro, i lavoratori nel Regno Unito e in Francia sono quelli che meno probabilmente prenderebbero in considerazione un trasferimento (scelto rispettivamente dal 43 e dal 46% degli intervistati). E dove puntano ad andare a trovare occupazione gli italiani? In cima alla wish list c’è la Germania, gradita al 30,7% del campione. Seguono Gran Bretagna (28,4%), Svizzera (22,2%), Spagna (14,5%) e Francia (13%). Interessante anche il discorso intorno all’«attrattività» dell’Italia. Siamo al 13esimo posto dei desideri dei tedeschi (3,1%), al quinto degli inglesi (4,6%) che vorrebbero tanto andarsene in Spagna (nel 12,7%, probabilmente per regioni climatiche), al sesto degli svizzeri (6%) che comunque preferiscono la Francia (32,5%), al quinto della Spagna (10,3%) che guarda con interesse alla Germania (35%) e al sesto della Francia (6,5%), anch’essa proiettata verso la Germania (12,1%) dove di sicuro si hanno maggiori chance occupazionali. E i tedeschi? Preferiscono l’Austria (12,1%) per ragioni linguistiche.
La lingua è chiaramente un fattore determinante per la scelta e molti lavoratori privilegiano paesi con lingua in comune. Non è un caso che la Svizzera figuri tra le destinazioni preferite da lavoratori tedeschi, francesi e italiani, l’Austria risulti il Paese più ambito dai tedeschi, mentre Germania e Francia siano atenzionate dagli svizzeri. Per paradosso, tuttavia, i lavoratori maggiormente disposti a cercare impiego all’estero – vale a dire quelli di Italia, Polonia e Spagna – sono anche quelli che affermano la necessità di migliorare le proprie competenze linguistiche.
Tra gli italiani, infatti, alla domanda «Per che tipo di competenze e formazione senti di necessitare di aiuto?» il 29,1 % ha risposto competenze linguistiche, il 24,4% vorrebbe crescere in campo It e il 23,5% nell’utilizzo di nuovi dispositivi e tecnologie. Che questo studio vada inteso come l’ennesima certificazione della fuga dei cervelli dal nostro Paese? Nicola Uva, strategy e marketing director di Adp, non drammatizza: «Certo, l’emigrazione dei talenti è data sicuramente in parte dalla mancanza di buone opportunità nel nostro Paese, ma dall’altro lato fa parte di un normale processo di crescita che coinvolge tutta l’Europa».
Twitter @MrPriscus
–di Francesco Prisco
Fonte:http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2017-02-13/lavoro-italiani-popolo-migranti-l-88percento-pronto-ad-andare-all-estero-su-tre-vuole-germania-161232.shtml?uuid=AEvit3U