Franchising, retail, business
28/02/2018 - Questo il leit motiv delle molte telefonate e mail che abbiamo ricevuto in redazione, di chi chiedeva ma anche di chi raccontava. Tuttavia proprio ieri è stato pubblicato, sul Sole24 Ore, l’annuncio relativo al bando di gara che mette l’insegna Self Italia srl all’asta al miglior offerente. In cambio è previsto l’affitto del ramo di azienda con successivo acquisto.
E questo è l’unico elemento certo di cui realmente, ad oggi, tutti gli operatori del settore dispongono.
Ricordiamo che questa modalità, in genere, viene scelta per garantire la prosecuzione dell’attività, anche con un nuovo imprenditore, il quale può essere garantito, relativamente alle passività pregresse, se l’affitto d’azienda (e soprattutto l’acquisto) si combina con il concordato in continuità (nrd. Articolo del Sole 24 Ore “Affitto d’azienda e concordato preventivo: verso una soluzione di continuità” del 18 gennaio 2018).
Tuttavia, nelle ore che hanno preceduto l’annuncio di cui sopra, la fibrillazione è stata altissima, anche perché ci si avvicinava al fatidico 3 marzo, data ultima per la presentazione di un piano al Tribunale, da parte della proprietà e condizione indispensabile per la domanda di concordato (peraltro sembrerebbe con riserva).
L’apertura delle buste avverrà il 21 marzo prossimo e solo in quel momento si potrà sapere chi si aggiudica l’insegna verde-gialla ma, per il momento è stato tutto un fiorire di tesi, anche consistenti, provenienti da parte di fonti solide che, su tutte, hanno visto prevalere – fino a poche ore fa – quella relativa ad un ormai certo acquisto da parte del Gruppo Bricofer.
Ora, è pur vero che Massimo Pulcinelli, con il suo Gruppo Bricofer, ha fatto scintille nel 2017, ha iniziato con la stessa grinta il 2018 e non fa mistero di volersi espandere, tuttavia altro è attribuire con certezza il passaggio di mano. Ricordiamo. C’è un Tribunale di mezzo e una richiesta di Concordato e ora, sappiano, un’asta. Peraltro l’interessato continua a smentire.
Ciò che possiamo affermare con una certa tranquillità, date le fonti molto accreditate, anche se non ufficiali, è che Self Italia il piano l’ha presentato e che, nel frattempo, alcune dimostrazioni di interesse le ha ricevute.
Per tutti gli addetti ai lavori, non è difficile ipotizzare chi potrebbe aver manifestato interesse e, soprattutto, avere la capacità economica di affrontare l’investimento che partirebbe con una base d’asta di 11 milioni di euro. Sicuramente il Gruppo Adeo, Obi Italia, Brico io (Coop Lombardia) e, sì, certo anche il Gruppo Bricofer. Qualcuno dall’estero? Mah, personalmente è una tesi che non mi convince, soprattutto in considerazione della modalità, l’affitto di ramo d’azienda, che impone di lasciare tutto come si trova, insegna compresa.
Tuttavia, per capire chi realmente potrebbe essere interessato, facendo un esercizio di stile e immaginando ipotetici e avveniristici scenari (a vendita conclusa, ovviamente), si può partire dall’analisi del “malloppo” dei 29 punti vendita, al di là delle posizioni più o meno performanti.
I negozi sono dislocati prevalentemente in Piemonte: ben 15 per un totale di 53.000 mq., ovvero oltre il 57% della superficie totale di vendita. Il resto in altre 8 regioni, per lo più con 1 negozio, tranne in Liguria che ne conta 3 e in Friuli Venezia Giulia con 2.
Le metrature. Con una superficie di vendita complessiva di quasi 92 mila metri quadrati, il parco negozi è però disomogeneo: si va dai 1.450 mq di Chieri (TO) ai 6.000 mq di Alessandria. Di questi, la metà è sotto i 3.000 mq, una metratura piuttosto apprezzata dalle nostre insegne di prossimità, tuttavia i restanti 14 punti vendita compresi tra i 3.000 e i 6.000 mq potrebbero essere considerati, al contempo, merce preziosa oppure un boccone un po’ indigesto: si sa le ampie metrature comportano un lavoro differente.
Si potrebbe, a questo punto, ipotizzare che i negozi inferiori ai 3.000 mq non siano proprio nell’attuale core business di Bricoman, che peraltro tende a scegliere bacini d’utenza declinati sul professionista, così come per Leroy Merlin che ha già altri impegni con Bricocenter (ne abbiamo scritto). Inoltre, per entrambe le insegne sarebbe più prevedibile l’interesse per singole posizioni piuttosto che il pacchetto completo.
Più difficile dare un’interpretazione alle intenzioni di Obi che potrebbe puntare al “pacchetto completo” proprio per differenziare il proprio modello, anche se la formula del ramo d’azienda potrebbe non essere ideale per l’azienda tedesca.
Diversamente per Bricofer e Bricoio: nel primo caso leggi sopra e, per la seconda, va considerato che i tempi di Potenti sono passati, la situazione si è assestata e l’ad Danilo Villa ha rilasciato dichiarazioni ben precise in merito allo sviluppo futuro.
E, ora, rimaniamo in attesa del 21 marzo, all’apertura delle buste.
- Giulia Arrigoni
Fonte:http://diyandgarden.com/editoriali/bricofer-si-e-comprata-self-italia/