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Blockchain: anche le banche tradizionali guardano alla finanza high-tech

01Fintech e BitCoin

16/03/2018 - L’inaugurazione a gennaio di un Osservatorio blockchain da parte della Commissione europea dimostra che blockchain è considerata un motore di innovazione: il caso di molte aziende e startup europee, sottolinea Bruxelles, tra queste TAS Group

Non solo bitcoin: la blockchain, la tecnologia alla base della criptovaluta più nota, non serve solo a creare monete virtuali e non è sinonimo di fluttuazione di valore, speculazioni o utilizzi poco leciti. Le tecnologie blockchain hanno il potenziale di trasformare sia i servizi digitali sia i modelli aziendali in molteplici settori e, nel caso del mondo bancario e delle transazioni finanziarie, la registrazione di blocchi di informazioni in modo distribuito consente una maggiore efficienza, tracciabilità e sicurezza.

L’inaugurazione a gennaio di un Osservatorio blockchain da parte della Commissione europea dimostra che questa tecnologia è considerata un motore di innovazione già in moto: molte aziende e startup europee, sottolinea Bruxelles, stanno portando sul mercato soluzioni basate sulla blockchain e sul cosiddetto “distributed ledger”, il libro mastro distribuito che permette di elaborare e archiviare i dati elettronici in un database decentralizzato e automatizzato dove, una volta stabilite le regole, gli utenti della stessa rete possono condividere le informazioni e le autorizzazioni di accesso e modifica. Tra questi innovatori vanno incluse istituzioni finanziarie, Borse e banche, impegnate in progetti pilota per elaborare soluzioni che aumentano l’efficienza e la trasparenza delle operazioni e abbattono i costi operativi.

Uno studio indipendente ha stimato, per esempio, che l’automazione introdotta dalla blockchain nella registrazione e gestione delle operazioni di Compensazione e Garanzia potrebbe portare risparmi per 10 miliardi di dollari ai grandi gruppi bancari; il marketplace Australian Securities Exchange e il fornitore statunitense di servizi finanziari post-trading DTCC sono tra le organizzazioni che già la implementano. La blockchain piace a molte banche anche per le possibili applicazioni ai sistemi di pagamento o per la creazione di monete virtuali, uno scenario su cui lavorano sia alcune banche centrali sia istituti commerciali come Ubs e Barclays, che stanno sviluppando una moneta digitale da usare sui mercati finanziari sotto forma di token convertibile in contante sui depositi bancari.

L’applicazione della blockchain per tracciare e gestire le transazioni e i pagamenti viene studiata anche dal consorzio R3, cui partecipano colossi quali Deutsche Bank, HSBC, KBC, Natixis, Rabobank, Societe Generale e Unicredit, mentre Swift, il fornitore globale della rete interbancaria e degli standard di messaggistica finanziaria, ha annunciato a gennaio la firma di un Memorandum of Understanding con sette SDA (Sistemi di deposito accentrati) per collaborare nell’ambito di applicazioni basate su distributed ledger. Banche commerciali, tra cui Credit Suisse, vedono opportunità anche nel trasferimento dei prestiti sindacati su sistemi blockchain, che permettono una gestione più efficiente del ciclo di vita del prestito, mentre Banco Santander ha annunciato che entro un paio di mesi abiliterà i pagamenti internazionali mobile con Ripple, altra realtà focalizzata sul mondo bancario che basa la propria tecnologia sulla blockchain.

In questo cammino verso la trasformazione digitale, infatti, banche, Borse, istituti finanziari e provider dei pagamenti non lavorano da soli, ma cercano sia alleanze tra loro – per arrivare a soluzioni condivise – sia con innovatori che li affianchino con le competenze tecnologiche necessarie e non sempre presenti in-house. Come fa, in Italia e su scala internazionale, TAS Group, unendo nella sua offerta soluzioni software modulari e interoperabili, conoscenza del mercato e supporto alla compliance normativa. L’obiettivo è aiutare i clienti a capire le possibilità che derivano dalla blockchain e a definire un modello di business personalizzato.

Nessuna contrapposizione tra banche e startup attive sulle criptovalute, dunque: tra le proprie iniziative TAS Group sta collaborando con alcuni Partner per realizzare ATM in grado di effettuare prelievi e pagamenti in criptovaluta, e per produrre carte prepagate fisiche e virtuali per agevolare l’acquisto e l’utilizzo nei punti vendita, anche in associazione a programmi di loyalty specifici.

“La blockchain può sembrare una tecnologia complessa, ma il risultato è la semplificazione“, spiega in una nota Dieter Schoene, Managing Director di TAS Germany, una delle filiali europee di TAS Group, la multinazionale italiana con una specializzazione nella realizzazione di soluzioni software per la monetica, i pagamenti, i mercati finanziari e l’extended enterprise. “L’automazione dei processi accresce la sicurezza e il buon funzionamento del sistema: pensiamo alla riduzione del rischio di frode nella fatturazione, alla verifica delle credenziali di clienti e controparti, o ancora ai contratti intelligenti: alle banche questa tecnologia permette di ottimizzare i processi manuali per il regolamento delle transazioni di titoli, o del Trade Finance, ma le applicazioni sono in tutti i settori in cui sia necessario validare un contratto e una firma, semplificando i passaggi e i costi a vantaggio della tracciabilità. Per questo si moltiplicano le iniziative degli istituti finanziari e di pagamento, affiancati da partner tecnologici che portano know-how tecnico e consulenza strategica su come attuare il cambiamento”.

Stefano Belviolandi

Fonte:http://www.itespresso.it/blockchain-anche-le-banche-tradizionali-guardano-alla-finanza-high-tech-137532.html

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