Franchising, retail, business
16/03/2015
I numeri, come spesso accade in Cina, sono da capogiro: una città-ingrosso, battezzata International Trade City, che si estende su 162 ettari, con 300mila metri quadrati di superficie di vendita dedicati all’abbigliamento, ma anche con hotel e ristoranti, 160mila addetti, 21 ingressi e 96 ascensori. Lì da maggio sorgerà un mall da 20mila metri quadrati interamente dedicato al made in Italy.
Siamo a Jimo, città nel nord est del Paese, nella regione dello Shangdong, dove il Comune nel 2013 ha lanciato un progetto “monstre” da 15 miliardi di dollari, distribuiti in cinque anni, per dar vita a una città commerciale capace di attrarre 30mila visitatori al giorno e dove i buyer cinesi, e asiatici in generale, potranno trovare anche uno spazio tutto dedicato alle aziende italiane.
«Ci hanno cercato loro due anni fa e la partnership è stata ufficializzata lo scorso giugno a margine del Business forum Italia-Cina durante la visita del premier Matteo Renzi a Pechino – spiega Giuseppe Mazzarella, presidente nazionale di Confartigianato Moda e membro del cda dell’Ice-Agenzia, l’organismo che ha intessuto i primi contatti con l’amministrazione di Jimo -. Il Governo per il 2015 ha stanziato 130 milioni per l’internazionalizzazione delle imprese italiane, e in questo ambito il nostro obiettivo è portare a Jimo le Pmi del made in Italy, di posizionamento medio-alto, che non hanno i mezzi per entrare nel complesso ma cruciale mercato cinese, fornendo loro spazi espositivi e un’assistenza in loco per farsi conoscere. In definitiva vogliamo creare un distretto permanente del made in Italy in Cina».
Abbigliamento, calzature, gioielli, design e agroalimentare sono i settori merceologici d’elezione per il mall italiano di Jimo, e a esprimere interesse per l’offerta sono state già circa 400 aziende, «soprattutto del food», spiega Mazzarella, di tutta Italia. Le aziende affitteranno per un anno diverse tipologie di spazi, showroom, aree per la vendita all’ingrosso oppure altre pensate come veri punti vendita, già allestiti e ammobiliati, di varie metrature (fino a mille metri quadri). L’unico impegno da parte delle aziende sarà di spedire la merce, perché a Jimo ci sarà già tutto il personale specializzato per curare gli spazi espositivi e i rapporti con i buyer e che invierà alle aziende un feedback mensile sulle vendite.
«Per rendere il tutto ancora più semplice - aggiunge Mazzarella - il Comune di Jimo ha stretto un particolare accordo con l’Agenzia delle dogane cinesi, per cui sarà creata una sorta di zona franca per le merci e i dazi saranno pagati solo a vendita avvenuta, non all’arrivo. Altrimenti, sarà rispedita in Italia senza spese. Inoltre, il contratto di affitto sarà stipulato su territorio italiano, per facilitare eventuali contenziosi».
A curare i rapporti fra le imprese italiane e Jimo sarà una start-up, la Euro Top Brand, creata dalla Sun servizi, società operante in Cina da dieci anni. A Jimo, inoltre, sarà creato anche uno speciale “marketing department” che si occuperà di contattare i buyer più adatti. Solo visitatori professionali saranno ammessi nel mall, e per tutelare il copyright sarà anche vietato scattare fotografie.
Fonte:http://www.moda24.ilsole24ore.com/art/retail-web/2015-03-16/il-made-italy-oriente-avra-mall-20mila-mq-105425.php?uuid=ABw1Sk7C