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Occupazione, futuro incerto l'Italia a livelli "brasiliani"

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17/03/2015
Secondo i dati di ManpowerGroup il lavoro nel nostro Paese calerà del 6% (previsione netta) tra aprile e giugno. Rispetto ad altre 40 nazioni sotto osservazione, siamo sempre in fondo alla classifica
Secondo il governo Renzi il Jobs Act, e la maggiore flessibilità in uscita per i contratti a tempo indeterminato, porterà nuova occupazione. E il nuovo presidente Inps Tito Boeri annuncia che, tra il primo e il 20 febbraio, le richiesta di decontribuzione per assunzioni a tempo indeterminato fatte dalle imprese sono state 76mila. Eppure alcuni analisti del settore parlano di timidi segnali di miglioramento per i prossimi tre mesi, rispetto al trimestre appena trascorso. E di prospettive di assunzione che invece non sono cambiate di una virgola rispetto allo scorso anno.

È questo il quadro tracciato dalla ManpowerGroup Italia, azienda specializzata nella gestione delle risorse umane e parte di una multinazionale che opera in diversi paesi del mondo. Secondo l'indagine 'Previsioni Manpower sull'Occupazione', che ha preso a campione mille datori di lavoro italiani, si scopre che appena il 6% intende aumentare il proprio organico tra aprile e giugno, mentre un 10% prevede addirittura un calo nelle assunzioni. La maggior parte invece, ben 8 intervistati su dieci (83%), assicura che non vi sarà alcuna variazione. E così a seguito degli aggiustamenti stagionali, nel Bel Paese si prevede un calo dell'occupazione intorno al 6% nel prossimo trimestre (previsione netta).
Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, i datori di lavoro hanno comunque piani di assunzione più forti. Questo almeno in sei comparti industriali su dieci. Soprattutto nel comparto dell'agricoltura, della caccia, selvicoltura e pesca il miglioramento previsto è di 23 punti percentuali. Male va invece nel settore edile e nel pubblico, dove le previsioni parlano di una flessione del 18 e 12%. La differenza sta soprattutto nella dimensione. Se nelle grandi aziende sopra i 250 dipendenti prevedono una crescita degli organici nel secondo trimestre, le micro aziende con meno di 10 addetti si preparano a ridurre le assunzioni.
Ma non tutta l'Italia è uguale. L'area geografica che mostra i segnali più positivi è il Nord Est, dove si prevede un andamento occupazionale stabile, con una previsione dello 0% e un miglioramento di 2 punti percentuali rispetto al secondo trimestre 2014. "Noi comunque - sottolinea Stefano Scabbio, presidente Area Mediterraneo ManpowerGroup - iamo convinti che il mercato del lavoro possa riacquistare vigore, sia per via del Jobs Act, approvato rendendo più efficiente e fluido il mercato, che per via del costo basso del petrolio, del cambio euro-dollaro favorevole e del differenziale btp/bund ai minimi storici".
Manpower ha fatto la stessa indagine anche in altri 42 paesi e la condizione del lavoro, se pur con alcune differenze, è più o meno incerta ovunque tra aprile e giugno. Seppure i datori di lavoro di 40 Paesi su 42 intendano aumentare i loro organici nei prossimi tre mesi, tuttavia sono pochi i segnali che inducono a credere in una vera ripresa dell'occupazione. La fiducia dei datori di lavoro continua a calare persino in Cina, dove, pur restando positiva, la previsione scende a un livello mai raggiunto dal 2009 in poi. La fiducia in nuove assunzioni nel secondo trimestre è più forte a Taiwan, in India, in Giappone e a Panama. Le previsioni meno favorevoli, a dispetto del Jobs Act, sono quelle segnalate in Italia e in Brasile.

Fonte:http://www.repubblica.it/economia/rapporti/osserva-italia/trend/2015/03/17/news/occupazione_andamento_incerto_l_italia_a_livelli_brasiliani_-109752142/

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