Franchising, retail, business



 

Con un e-store tre ragazzi italiani portano negli Stati Uniti le pmi che lavorano per il lusso. A prezzi “giusti”

01chiaraBeghelli

15/04/2016
L’approccio è d’impatto: «Scarpe Giova: 1.125 dollari Chanel, 269 Armadio. Stessa pelle, stesso artigiano. Davvero». È così, trasparenti e diretti, che bisogna comunicare per emergere nel sempre più affollato mondo delle e-boutique: prende il via dunque sotto i migliori auspici il progetto Armadio Fashion, che ha debuttato pochi giorni fa dagli Stati Uniti, lanciato da un gruppo di giovani imprenditori italiani guidati da Matteo Mattia Gemignani, 33 anni, avvocato toscano che ha già in curriculum il successo di Global Investment Renewable, start up lanciata nel 2008 e ora multinazionale delle energie rinnovabili.

L’idea è questa: «Proporre ai clienti di tutto il mondo, per ora solo statunitensi, i prodotti fatti dagli stessi artigiani che lavorano come terzisti per i big brand del lusso – spiega da New York Gemignani –. Ma a un prezzo “di fabbrica”, quello che viene offerto agli italiani che comprano direttamente dai produttori. Per ora gli artigiani coinvolti, tutti toscani, sono sette, ma abbiamo già contatti con altri 10». Fra questi anche la manifattura Schoneberg, Alfie Bobo e Giovanna Grazzini, che produce scarpe per Chanel e con gli stessi pellami e tecniche fa le Giova per Armadio Fashion.
«Dalle borse alle scarpe e agli abiti, le aziende fanno dei prodotti di ottima fattura, ma non hanno le capacità per vendere e comunicare, specie all’estero – dice Matteo -. Ecco allora che arriviamo noi, ne compriamo alcune e le rivendiamo con una policy molto trasparente sul prezzo e con spedizione e reso gratuiti. Così evitiamo anche i tempi di attesa per i clienti e le giacenze di magazzino per noi». Ad arricchire l’esperienza di shopping è anche il progetto “Enter the world”: ogni creazione porta con sé una descrizione del suo autore, e online video e foto raccontano chi è l’artigiano, ritratto anche fra le mura di casa sua. Inoltre, aggiunge Matteo, «stiamo creando un lab per gli utenti, per raccogliere i loro gusti e indicazioni, che ci aiutano così a scegliere certi colori e stili».
Prima di lanciare Armadio, Matteo e i suoi soci hanno fatto oltre 100 interviste fra esperti e potenziali clienti e hanno studiato le più recenti evoluzioni del lusso: «Il segmento dell’ affordable luxury crescerà molto nei prossimi anni, e il nostro target, i mature millennials, non si fanno più incantare dal mero brand, ma vogliono la qualità, il “value for money”. Il web ha reso più accessibili le informazioni, consentendo di confrontare i prezzi e di leggere recensioni sull’effettiva qualità di un prodotto di lusso. Il nostro obiettivo è essere un punto di riferimento per le aziende italiane del settore. Abbiamo iniziato dalla pelle, il primo prodotto che nel mondo evoca il made in Italy. Ma non ci fermeremo qui».

Fonte:http://chiarabeghelli.blog.ilsole24ore.com/2016/04/15/con-un-e-store-tre-ragazzi-italiani-portano-negli-stati-uniti-le-pmi-che-lavorano-per-il-lusso-a-prezzi-giusti/

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