Franchising, retail, business
14/04/2016
Al primo Forum dei ministeri europei dei principali paesi a vocazione vinicola, organizzato dal Mipaaf, è stata ribadita la necessità di difendere le denominazioni d'origine e le leggi sull'etichettatura
ROMA - Vinitaly ha chiuso con un bilancio più che positivo: più di 130mila operatori professionali provenienti da 140 nazioni. La cinquantesima edizione del Salone internazionale del vino, che si è tenuta a Veronafiere dal 10 al 13 aprile, ha visto superare lo storico record di 100mila metri quadrati netti espositivi, prima rassegna al mondo per superficie con più 4.100 espositori da più di 30 paesi. Quasi 50mila le presenze straniere, con 28mila buyer accreditati dai mercati internazionali in aumento del 23% rispetto al 2015, grazie al potenziamento delle attività di incoming di Vinitaly e del Piano di promozione straordinaria del Made in Italy.
Successo anche per il “fuori salone”, ossia le manifestazioni che si sono svolte in città per gli amanti del vino. "Vinitaly and the City" ha registrato infatti 29mila presenze, interpretando la strategia di diversificazione dell’offerta per gli operatori professionali da quella rivolta ai wine lover, appassionati e giovani con degustazioni, spettacoli ed eventi culturali nelle piazze del centro storico di Verona.
In crescita i buyer stranieri. "Da questa edizione emergono segnali interessanti sia dall’estero che dal mercato interno – spiega il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani – . In particolare, a questo Vinitaly, aumentano in modo significativo i buyer da Stati Uniti (+25%), Germania (+11%), Regno Unito (+18%), Francia (+29%), Canada (+30%), Cina (+130%), Giappone (+ 21%), Paesi del Nord Europa (+8%), Paesi Bassi (+24%) e Russia (+18 per cento). Dati positivi anche dal fronte interno, con gli operatori dal Centro e Sud Italia cresciuti mediamente del 15 per cento".
Il taglio del nastro di Mattarella. "Questa edizione è stata l’occasione, inoltre, per celebrare la storia di una manifestazione che da 50 anni promuove nel mondo il vino italiano e la sua cultura", commenta il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese. Per la prima volta, infatti, un Capo dello Stato ha inaugurato ufficialmente Vinitaly. ll presidente Sergio Mattarella ha ricordato la funzione del Vinitaly quale “vettore e simbolo della qualità vitivinicola italiana, apprezzata nel mondo”, nell’ambito di un progetto di “internalizzazione e sostegno dell’export verso nuove aree di consumo”. E, lo ricordiamo, le sue parole, travisate da Matteo Salvini sono state anche al centro di una polemica del leader della Lega Nord.
Renzi e il fondatore di Alibaba. Vinitaly 2016 ha ricevuto lunedì la visita del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che ha discusso degli sviluppi delle vendite digitali del vino, insieme a Jack Ma, fondatore di Alibaba, il colosso dell’ecommerce cinese che proprio da Verona ha lanciato il 9 settembre la Giornata del vino in Cina. Con loro anche il ministro alle Politiche agricole Maurizio Martina, che nella giornata conclusiva ha organizzato in fiera il Forum dei ministeri europei dei principali paesi a vocazione vinicola.
Il Forum dei ministri dei Paesi del vino. Il primo "European Forum of wine producing countries", organizzato dal Mipaaf, ha visto la partecipazione di ministri e delegati da Francia, Portogallo, Spagna, Slovenia, Ungheria insieme a Paolo De Castro in rappresentanza del Parlamento europeo. L'Italia ha voluto focalizzare l'incontro su tre grandi aree tematiche: miglioramento della Ocm vino, mantenimento della legislazione sulle denominazioni d'origine e gestione del sistema delle autorizzazioni ai nuovi impianti.
Sul fronte del vino si è discusso della necessità di innovare l'Ocm vino (ossia la regolamentazione unica dell’Unione Europea che regolamenta il settore vitivinicolo e che concede finanziamenti e contributi ai produttori) con elementi che favoriscano ancora di più le esigenze delle imprese, tenendo sempre conto dell'equilibrio tra domanda e offerta. È stato ribadito che, soprattutto per l'Italia, è fondamentale mantenere la legislazione vitivinicola attuale sulle denominazioni d'origine e sull'etichettatura, senza toccare un sistema che ha tutelato i vitigni autoctoni e garantito la crescita dei vini di qualità europei nel mondo. I Paesi hanno convenuto che non sono accettabili passi indietro su questo fronte delicato. Sul sistema di autorizzazione dei vigneti ci si è confrontati sulla possibilità di valutare aumenti delle quote nazionali che siano bene legati alle necessità territoriali e di mercato, con una maggiore flessibilità su alcune scelte a partire dai criteri di ammissibilità.
"È stata un'occasione importante - ha dichiarato il ministro Martina - per delineare politiche europee sempre più efficaci per le nostre aziende. Al nostro Forum sono stati rappresentati oltre l'80% dei produttori europei, confermando la vocazione internazionale di Vinitaly. Una piattaforma diplomatica utile per costruire nuove scelte, anche mediterranee, che diano ulteriore spinta a un prodotto simbolo come il vino. L'Italia vuole giocare un ruolo di leadership, forti anche del nostro primato mondiale nella produzione. Il Forum è un altro tassello importante che guarda ai prossimi 50 anni del settore. Con tre parole chiave: semplificazione, competitività e qualità".
Fonte:http://www.repubblica.it/economia/2016/04/14/news/vinitaly_vince_la_sfida_del_cinquantesimo_130mila_presenze_buyer_stranieri_in_crescita-137622246/