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Matteo Percassi: “I miei piani per il food”

01Wagamama Newport Galles

21/03/2017
Percassi accelera sul food e, in attesa dello sbarco di Starbucks a Milano in piazza Cordusio, prepara l’apertura del primo ristorante Wagamama in Italia nell’ambito dell’estensione di Oriocenter, centro commerciale nei pressi dello scalo aeroportuale di Orio al Serio.

La società ha avviato nei giorni scorsi la selezione per le posizioni di cuochi e camerieri, con una previsione di circa trenta assunzioni per il locale che segnerà il debutto nel nostro paese del brand di ristorazione asiatica con cucina a vista. Si tratta della concretizzazione della partnership siglata a luglio da Wagamama con WItalia Srl, la società controllata dalla holding Percassi Food&Beverage, già presente nella ristorazione con il format Da 30Polenta e con la recente acquisizione di Casa Maioli nel mondo delle piadinerie. “Attendiamo come risponderà il mercato all’apertura del primo Wagamama. È nostra intenzione procedere abbastanza a breve con altre aperture”, spiega in quest’intervista a Pambianco Wine Matteo Percassi, AD di Percassi Food&Beverage.

Dove pensate di aprire i prossimi Wagamama?

Dopo Oriocenter, la nostra pipeline prevede un aeroporto, un outlet e un ristorante in centro a Milano, dove stiamo cercando la location più adatta. Abbiamo focalizzato due o tre zone secondo noi ideali, ma per ora non abbiamo ancora trovato un locale che ci convinca del tutto.

E Casa Maioli? Perché proprio un format sulla piadina?

Si tratta di un prodotto per cui vedo grandi potenzialità di espansione perché, se preparata con l’utilizzo di prodotti di qualità, la piadina rappresenta una valida alternativa alla ristorazione veloce a base di pizza o panino. Per questa ragione abbiamo trovato l’intesa con i fratelli Maioli, contando anche sulla loro esperienza con la piadineria all’interno di Eataly. Sono due professionisti straordinari e utilizzano materie prime di altissimo livello. Prevediamo molte nuove aperture dopo le due già inaugurate a Oriocenter e Bergamo e la terza in arrivo nella food court dell’ampliamento di Oriocenter che ospiterà anche Wagamama.

Perché avete deciso di creare una holding solo per la gestione del food?

Premetto che questo mondo non è del tutto nuovo per noi, avendo gestito in passato la catena a marchio Burger King ed essendo mia sorella Giuliana l’ideatrice del format Da 30Polenta. Detto questo, l’idea di creare una holding a parte è la conseguenza degli accordi conclusi con Starbucks e poi con Wagamama. Da tempo la mia famiglia guardava al food con interesse e nel momento in cui le intenzioni si sono concretizzate, abbiamo pensato fosse necessario strutturarsi per essere pronti a crescere e a investire nei format di ristorazione. L’esperienza fatta con Da 30Polenta, in particolare, ci è stata utile per testare le differente tra il food e gli altri business da noi presidiati in ambito fashion, beauty e consumer.

E alla fine quali sono le differenze?

Francamente non ne vedo molte. Esistono delle differenze in termini gestionali, ed è ovvio che alcuni aspetti del food siano più complessi da gestire rispetto per esempio alla moda, ma anche in quest’ambito ciò che conta davvero è il rapporto con il cliente finale. Il nostro focus è sempre lo stesso: cortesia e servizio, indipendentemente da quello che si vende.

Che obiettivi economici vi siete dati con la ristorazione?

Un’idea ce l’ho in mente ma preferisco tenermela per me… Siamo soltanto all’inizio, ma abbiamo compreso le potenzialità di ogni singolo brand su cui ci siamo mossi.

Il food attrae sempre più le realtà già presenti nel fashion, come voi, e c’è già chi parla di “bolla” alimentare…

Non credo affatto che sia una bolla. All’estero, per esempio, il fenomeno è ben più consolidato e non tende a flettere. A favore del food gioca inoltre l’essere parzialmente al riparo dall’effetto delle vendite online, che può colpire la distribuzione retail. In Italia, nel food, c’è ancora tutto da fare.

Fonte:http://wine.pambianconews.com/2017/03/matteo-percassi-miei-piani-food/177545

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