Franchising, retail, business
04/01/2018 - Da 8 a 40 dipendenti in 9 mesi. Il fast food della pasta progettato da Alberto Cartasegna e Filippo Mottolese, entrambi classe 89, prende rapidamente quota e fa il bis dopo il debutto in via Pompeo Litta, a Milano.
E' stato appena inaugurato il secondo locale, nel cuore della zone forse più trendy del capoluogo lombardo, tra il Gay Village al Lazzaretto, la Stazione Centrale e la Silicon Valley meneghina. Porta Nuova e Garibaldi, grattacieli a specchio ed edilizia avveniristica, ospitano nel raggio di poche centinaia di metri le sedi italiane di Google, Samsung, Microsoft e Amazon.
Questa parte di Milano sta letteralmente calamitando le aziende che fanno dell'innovazione il loro punto di forza. A pochi isolati da Miscusi ha preso posizione qualche mese fa anche una delle migliori tech company d'Italia, Mosaicoon, che si occupa di produzione e distribuzione di video per il web.
Posizione strategica, quindi, per il regno della pasta fast casual, prodotta al momento e a vista, con condimenti freschi a scelta del cliente (dall'amatriciana bianca, la “gricia”, alla zucca e castagne, prezzo tra i 5,50 e i 12 euro al piatto da 180 grammi di pasta) e vino selezionato a meno di 4 euro al calice.
Miscusi è una scommessa vinta, per ora, brillantemente. Il nome è divertente e facile da ricordare, ed è nato dal desiderio di Alberto di prendersi una rivincita su un compagno di master negli Stati Uniti, che prendeva in giro gli italiani imitando la musicalità della lingua, mentre ripeteva come un mantra “Mi scùuusi”. Alberto e Filippo - il primo laureato in Bocconi e con alle spalle un'esperienza nel progetto Helpling (di cui è stato co-fondatore), il secondo laurea magistrale in economia a Milano Bicocca e un passaggio nella startup iberica Xceed - hanno trasformato il sarcasmo nella loro grande occasione.
Adesso, forti del sostegno di soci finanziari e del funding da società di venture capital, i creatori di Miscusi guardano al 2018 come all'anno che vedrà il loro sogno prendere definitivamente forma. Prevedono, infatti, nuove aperture a Torino, Firenze e Roma. Nel 2019 potrebbe essere la volta del primo ristorante della catena all'estero; e sarà quasi certamente nel Nord Europa.
Strutturato su due livelli e circondato da otto vetrate su strada, il nuovo ristorante di piazza San Camillo De Lellis può ospitare fino a 100 persone. «Uno dei punti di forza è rappresentato dalle due vetrine interamente dedicate al pastificio. Abbiamo concepito questo locale mantenendo vivi gli elementi iconici che ci caratterizzano - pastificio, cucina a vista, tavolone - e al contempo adattato l'architettura al luogo in cui si trova», spiega Alberto.
Tre turni a pranzo, fino alle 15,30, apertura serale 7 giorni su 7 e lista d'attesa nel weekend per la coda che si crea, sono solo alcuni dei segnali del successo del format. A pranzo il servizio è veloce, autonomo e tecnologico; l'ingegnerizzazione del processo permette di servire un piatto (con pasta prodotta fresca prima del servizio da grano biologico di Altamura) in soli cinque minuti dall'ordine. Perché a Milano la pausa non è fatta per perdere tempo, si sa.
A cena, invece, l'atmosfera è più rilassata: il cliente prenota e viene servito al tavolo, per trascorrere una serata informale «ma all'insegna del buon cibo e della condivisione».
Twitter @albe_
–di Alberto Annicchiarico
Fonte:http://www.ilsole24ore.com/art/food/2017-12-06/miscusi-raddoppia-e-pensa-gia-grande-salto-2019-primo-ristorante-berlino-122333.shtml?uuid=AEALR8ND