Franchising, retail, business



 

Fratelli Rossetti: focus su Asia, Russia e Stati Uniti

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04/12/2014
Fratelli Rossetti: focus su Asia, Russia e Stati Uniti
Fratelli Rossetti, che prevede di chiudere l'anno con un fatturato in crescita del 4%, ha annunciato 11 nuove aperture nel nord est della Cina. Un piano che parte da Harbin e include Beijing, Shanghai e Hangzhou. Il progetto si sviluppa su 4 anni e coinvolge i più importanti Mall dell’area. A questo nuovo piano di espansione rivolto verso il mercato asiatico, si aggiungono le recenti inaugurazioni a Macao e in Corea del Sud: a ottobre hanno aperto le porte le boutique Fratelli Rossetti nell’ex colonia portoghese presso The Shoppes Four Season e Daegu nell’elegante Debec Plaza.

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Chefs predict top culinary trends for 2015

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04/12/2014
National Restaurant Association releases "What’s Hot in 2015" forecast
Local sourcing of meat, seafood and produce is expected to remain a top culinary trend in 2015, but nose-to-tail cooking, bruschetta and kale salads are on the decline, according to an annual survey of chefs conducted by the National Restaurant Association.

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Finger food: quando mangiare con le mani fa tendenza

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04/12/2014
Se fino a una decina di anni fa mangiare con le mani non era considerato buona educazione, tanto da non essere un'azione contemplata dal galateo occidentale, da qualche anno a questa parte ad invertire la tendenza delle "buone maniere" ci hanno pensano gli chef.
Da Ferran Adrià a Heinz Beck o Moreno Cedroni e Luca Montersino, sempre più chef, tra i più celebri, sono adepti dei "finger food", quei bocconcini e stuzzichini da mangiare con le mani che fanno oggi tendenza.
Sempre più, inoltre, sono i buffet per i matrimoni, i ricevimenti e tutte le occasioni importanti organizzati con le piccole e sfiziose monoporzioni finger food che spaziano dalle proposte più creative fino alla reinterpretazione in versione “mini” delle specialità locali.

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Back to Italy: A Way of Strengthening its Supply Chain

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04/12/2014
“There’s a long road ahead of us, especially for medium-sized businesses. But re-location is a solid phenomenon, which needs to be shared and supported. Also by Italian institutions”, said chief country officer of Deutsche Bank Flavio Valeri at the opening of the 19th edition of Pambianco’s Annual Conference, which took place on November 13, whose theme of the day was “Back to Italy”.
“Back to Italy as the new production frontier of Italian and international fashion?” The topic is a hot one, confirmed by the number of attendees, and the content covered.

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Sales manager introvabili

Sales manager introvabili

04/12/2014
Le aziende sono a corto di sales manager, tra le figure professionali introvabili nel 2014.
Le aziende hanno sempre maggiori difficoltà nell'individuare talenti qualificati da assumere, figure professionali specifiche praticamente introvabili stando a quanto si evince dall'indagine annuale condotta dal Gruppo Manpower a livello mondiale.

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Lo spettro del ’29 sulla Borsa americana

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04/12/2014
Come tutto ciò che è leggendario, magari perché poco conosciuto, lo spauracchio del 1929, quando le borse franarono, sgretolandosi la montagna di capitale fittizio che le aveva alimentate, torna a far capolino di tanto in tanto fra gli analisti economici e segnatamente fra i regolatori, che tali boom e burst dovrebbero monitorare e prevenire, quasi sempre con scarso successo.
La terribile crisi iniziata nell’ottobre nero del ’29, peraltro, è probabilmente quella più evocata dal 2007 a oggi. Non a caso. Ciò che è seguito al 2007 ha ricordato a molti ciò che successe all’epoca.

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Il Bread&Butter definitivamente annullato

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04/12/2014
Il Bread & Butter non si terrà a gennaio 2015, e comunque non all'aeroporto Tempelhof, come annunciava FashionMag Premium nelle sue colonne venerdì scorso. Ma con un Karl-Heinz Müller e i suoi principali collaboratori resisi irreperibili, un vero e proprio vento di follia si è impadronito della stampa professionale questa mattina.
Si parte dall'annullamento puro e semplice, indicato da “Sportswear International” nella mattinata. Una notizia non ripresa da “Textilwirtschaft”, che appartiene alla stessa azienda tedesca di “Sportswear”, la DFV, solitamente molto ben informata, per ragioni pubblicitarie, riguardo alla scena tedesca. Il “Textilwirtschaft” dà dunque notizia di una nuova location a Berlino, molto più piccola, che non potrebbe accogliere i 200 espositori annunciati, ultima cifra fornita ufficialmente..

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Differenze inventariali: 96 miliardi di euro in fumo

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07/11/2014
Vini e superalcolici, carne fresca, formaggi sono i prodotti più rubati nel settore alimentare
Oltre 96 miliardi di euro a livello globale andati in fumo a causa delle differenze inventariali. È questo quanto emerge dall’edizione 2014 del “Barometro Mondiale dei furti nel retail”, promosso da un fondo indipendente di Checkpoint Systems e condotto da The Smart Cube, in collaborazione con l’analista Ernie Deyle.

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Sempre più italiani acquistano cibo online

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03/12/2014
L’ecommerce di prodotti agroalimentari non risente del calo dei consumi. E nei prossimi anni è atteso un vero e proprio boom..
Da Ebay ad Amazon, passando per la piattaforma di Google dedicata alle eccellenze del made in Italy. Gli italiani acquistano sempre più prodotti alimentari sul web, attratti da un’offerta trasversale che include un numero crescente di specialità esclusive.

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Ferrari (Core), nel food troppi imprenditori e manager inadeguati

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03/12/2014
Il general manager della centrale europea della distribuzione evidenzia a Foodweb la scarsa capacità di vendita all'estero del settore alimentare rispetto al suo potenziale.
Il fatturato estero del settore alimentare italiano si attesta sui 33 miliardi di euro, ma il suo livello ‘corretto’ sarebbe di 50 miliardi.

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La crisi russa preoccupa sempre di più la moda italiana

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28/11/2014
Ad Est, niente di nuovo. I dati negativi riguardanti le esportazioni verso la Russia e l’ex blocco sovietico non hanno smesso di crescere in questi ultimi mesi, innescando una preoccupazione crescente nel settore della moda italiana.
La Russia rappresenta uno degli sbocchi principali per il Made in Italy, e molti marchi, che hanno basato la loro strategia di espansione internazionale su questi mercati, oggi si trovano in difficoltà. Non solamente le grandi griffe, ma anche e soprattutto tante piccole e medie imprese, in particolare nel settore della calzatura.

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Dolce&Gabbana: prima boutique bambino negli Emirati Arabi Uniti a Dubai

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02/12/2014
Dolce&Gabbana annuncia l’apertura della prima boutique bambino negli Emirati Arabi Uniti situata a Dubai, al secondo piano del Dubai Mall, nell’area dedicata alle collezioni bambino; lo spazio si estende su una superficie di 140 mq.
Gli arredi interni giocano sui toni del beige e del bianco, colori scelti per declinare il mondo del bambino del marchio. L’ingresso è incorniciato da due imponenti vetrine alte 6 metri in cui un tendaggio in velluto color crema lascia intravedere l’interno dove sono esposte le collezioni di abbigliamento e accessori per neonato, da 0 a 3 anni, e quelle dedicate alla bambina e al bambino fino a 12 anni.

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Staying-in fashion: Britons spending more on rent and home entertainment

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03/12/2014
ONS survey finds households in 2013 spend less on drink, cigarettes and going out, and more on housing costs
British households are spending less on eating out, hotels, alcohol and smoking, according to the annual official survey of family budgets, which also reveals how rent, gas and electricity are taking up an ever larger proportion of spending.
Although spending rose last year compared with the previous one, much of the increase was taken up by rent payments as the property boom ate into household expenditure, the Office for National Statistics figures show.

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New World opens hybrid mall

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03/12/2014
One of China’s largest department store operators has opened in its first hybrid department store-mall.
New World Department Store China has opened its 12th self-owned store in Shanghai – Shanghai 118 Branch Store, in the Putuo District.

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Retail: è il momento di innovare

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03/12/2014
Nonostante l’investimento in innovazione digitale sia ancora limitato (pochi decimi di punto percentuale del fatturato) cresce, però, la consapevolezza da parte dei retailer della necessità di innovare: 3 retailer su 4 dichiarano di voler implementare ben 3 progetti nel 2015. Rimane però ancora confuso il processo di innovazione digitale in Italia: tanti progetti, ma strategie poco chiare.

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Ragusa, tre bandi per incentivare le startup

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03/12/2014
La CCIAA di Ragusa sostiene il tessuto imprenditoriale locale tramite tre bandi rivolti agli aspiranti imprenditori ed agli startupper.
I primi due bandi sono indirizzati alle nuove imprese costituite da non più di 36 mesi, di tutti i settori economici, aventi sede nel territorio della ex provincia di Ragusa, costituite da parte di giovani under 35 o inoccupati di lungo periodo o disoccupati licenziati per giustificato motivo oggettivo (crisi aziendale).

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El comercio vuelve al centro

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03/12/2014
La periferia pierde atractivo para las cadenas por los cambios en el consumo
Media Markt, Decathlon, Bricor o Toys 'R' Us apuestan por tiendas urbanas
Media Markt abre la noche del miércoles una tienda de 1.900 metros cuadrados en la calle Alcalá de Madrid, en pleno centro. La semana pasada inauguró otro local similar en la Calle Colón de Valencia, el corazón comercial de la ciudad. Esta empresa de electrónica y electrodomésticos es la última en sumarse a la estrategia de los comercios urbanos.

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To Gain the Upper Hand, Amazon Disrupts Itself

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01/12/2014
Sometime last summer, a quarter-billion dollars went missing at Amazon.
Analysts were expecting the usual gangbusters third quarter. But it was about $250 million short of forecasts.
Here is one way to look at the disappointing results: Amazon, for all its heft, is starting to lose momentum. It was rejected by some customers who were put off by its acrimonious dispute with the publisher Hachette over e-books, while others found its prices less compelling than they once were.

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In scalo Fiumicino corner food Lazio

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21/11/2014
Patto Regione-Aeroporti, in 2016 spazio fisso in nuova area
(ANSA) - ROMA, 21 NOV - Un corner per la promozione dei 100 prodotti del paniere delle eccellenze enogastronomiche laziali sarà aperto dal 1 maggio al 31 ottobre 2015 all'aeroporto di Fiumicino, in occasione di Expo 2015.

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Un italiana moglie, madre ed imprenditrice: Alessia Affinita ci racconta la sua Londra.

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01/12/2014
A mettere curriculum, abilità, aspirazioni ed un sorriso fatto di puro ottimismo in valigia, dodici anni fa era Alessia Affinita. Oggi donna, madre, moglie ed imprenditrice di successo a Londra, nel 2002 lasciava Roma ed un ottimo lavoro per seguire l’amore, poi diventato marito e padre dei suoi due figli, e rincorrere la possibilità di nuove sfide. Alessia è una donna bellissima che di passione ne ha da vendere. Iniziato a lavorare sin dai tempi dell’Università in un agenzia di pubblicità, dopo una gavetta che l’ha portata a confrontarsi con diverse realtà, la sua determinazione la porta a lavorare come copywriter per lo studio McCann di Roma. Arrivata a Londra, forte delle sue esperienze e della profonda conoscenza del settore, si spaccia come Art Director e così ottiene il suo primo lavoro in un agenzia creativa. Basta parlare cinque minuti con lei per rendersi conto di aver di fronte una donna innamorata della vita che cerca di trasformare al massimo le sue energie in realtà. E allora anche oltremanica, succede che Alessia, nel frattempo diventata madre, riesce presto a farsi conoscere diventando un punto di riferimento professionale per la comunità italiana, uno dei volti degli IBA Awards, un po’ come una “Re Mida” dei giorni nostri, sembra che tutto quello che tocchi diventi oro, perché il suo è talento autentico e lei ha bisogno di esprimerlo in ogni cosa che fa. Alessia, fondatrice di un’agenzia di marketing e comunicazione di successo Idea188 e poi di una realtà dedicata a 360 gradi agli italiani The Italian Community è una di quelle italiane di Londra che non potevo farmi sfuggire l’occasione di intervistare e così, in un giorno autunnale dai primi freddi, la incontro a casa sua dove iniziamo la nostra chiacchierata con due tazze di tè bollente tra le mani.
Mi chiedo intanto come Londra fosse dodici anni fa e quale impatto abbia avuto Alessia all’arrivo.
“Se oggi non si può fare a meno di rimanere meravigliati dalla bellezza di Londra, dodici anni fa l’impatto con la città era ancora più sconcertante. Tutte le cose che vediamo adesso infatti, sono cose che possiamo più o meno trovare anche in Italia ma che prima invece erano un assoluta novità per chi, come me, arrivava qui. E poi l’atmosfera così frenetica, eccitante, la sensazione di essere su un enorme giostra e non sapere quale cavalluccio scegliere. La paura che ho avuto sin dall’inizio, era quella di non riuscire a contenere tutti gli input che ricevevo, per me che sono una creativa, tutto era motivo per nuove idee, così mi ritrovavo quasi a lottare con me stessa per contenerle. A parte questo, che poi è un aspetto che ancora oggi amo di Londra, l’inizio è stato per me soprattutto sinonimo di studio. Trasferitami con quello che poi sarebbe diventato mio marito, ho investito tutti i miei risparmi nello studio della lingua inglese di cui, avendo studiato francese a scuola, non avevo neanche le basi. So di essere partita però da una posizione privilegiata, infatti mio marito aveva ottenuto da subito un ottimo lavoro e di certo questo, ha reso il tutto molto più semplice”.
Quali sono state le difficoltà maggiori nel trasferirsi da giovani in una città così grande e piena di stimoli..
“Un po’ come credo succeda a tutti, oggi e ieri, il distacco dalla famiglia non è stata una cosa semplice. Noi italiani siamo così, passionali e attaccati al nostro nido, per cui in realtà credo che quella sia una difficoltà che rimane. La nostalgia dei propri cari forse è la cosa più difficile da superare. Detto questo i miei primi tre anni sono stati complicati nel senso che non riuscivo bene a capire come incanalare tutti gli stimoli che ricevevo, ho impiegato del tempo a capire come trasformarli in idee, l’atmosfera vibrante di Londra è qualcosa a cui non ci si abitua mai e per questo forse è così speciale”.
Alessia è una vera e propria esperta della comunità italiana di Londra e allora mi chiedo, quali sono le differenze tra prima e ora, come è cambiata Londra in 10 anni e come ci comportiamo noi che dallo stivale decidiamo di trasferirci oltremanica.
“Londra è cambiata molto e noi pure. Mi spiego. Quando sono arrivata io c’erano molti italiani ma era più un fenomeno, direi… stagionale. Durante le vacanze estive o magari nel periodo pre-natalizio si poteva notare un incremento di italiani che qui venivano magari a fare un corso di lingua oppure per qualche mese a lavorare, guadagnare qualcosa e intanto migliorare l’inglese per poi però, nella maggior parte dei casi, tornare in Italia. La città poi, negli anni ha un po’ sofferto di quella che può essere considerata una sorta di invasione da parte di persone provenienti da tanti Paesi con un grado di civilizzazione minore, per cui se una volta le strade erano pulitissime, organizzate e il traffico ordinato, ora la differenza è tangibile. Sono comunque convinta che sia un periodo transitorio e che la città riuscirà a reagire e riportare l’ordine laddove ora non sembra esserci, almeno non tanto quanto prima.
Una cosa poi che è decisamente cambiata è che il continuo incremento di presenze italiane ha portato ad un diretto aumento di professionalità per cui ormai riusciamo a coprire tutti settori della società, praticamente non esistono mestieri che non siano svolti da italiani. Dieci anni fa trovare uno psicologo italiano sarebbe stata un’impresa, ora per fortuna non è così e quindi nasce l’esigenza di organizzarci e compattarci per dare alla comunità italiana di Londra una dimensione diversa, più unita”.
Già la comunità italiana a Londra conta duemila presenza in più ogni mese e questa cosa non sfugge all’occhio attento di Alessia, da sempre imprenditrice delle sue idee. Così nasce The Italian Community, una risorsa per tutta la comunità, fatta dalla comunità. Le chiedo di cosa si tratta.
“Vivendo a Londra, dopo anni ho capito l’importanza dell’italianità e mi sono ritrovata tante volte a cercare servizi forniti da connazionali, non so, dal dentista magari, all’istruttore di tennis, ma non sempre è facile tramite passaparola trovare subito cosa ti serve. Da li è nata l’idea di un servizio che eliminasse il passaparola, fornisse ai business presenti sul territorio la possibilità di sponsorizzarsi e contemporaneamente aiutasse gli eventuali utenti a trovare grazie solo a pochi click, il servizio di cui avessero bisogno. Attraverso questo servizio inoltre, anche gli italiani che sono residenti in Italia possono trovare facilmente dei canali attraverso i quali distribuire i loro prodotti in Uk lasciando che le risorse rimangano in Italia. The Italian Community è una business directory gratuita che ha come scopo quello di promuovere l’italianità a 360 gradi, quindi gli italiani in Uk, gli italiani in Italia e gli amanti del made by italians. Questa è un’idea, diventata brillantemente realtà, a cui tengo molto perché aiuta la comunità italiana, appunto, a compattarsi, e va contro le a volte sterili logiche esterofile”.
Come è cambiata la vita in questi dodici anni, qual’è la trasformazione che si compie nel vivere in una città come Londra…
“La mia particolare sensazione è che tutti gli italiani, più o meno, attraversino lo stesso passaggio, una sorta di curva, per cui se all’inizio quando si arriva non si fa altro che lamentarsi della presenza di “troppi” italiani, si cerchi di internazionalizzarsi, quasi si eviti il contatto con i connazionali, dopo qualche anno, ci si ritrova invece a ricercarci tra di noi, valorizzare la nostra cultura, senza per questo escludere gli altri ma anzi integrandosi. Londra come abbiamo detto è una città fenomenale e la multiculturalità è il suo plus, ma avere alle spalle una rete che ci faccia sentire protetti è un’esigenza a mio avviso inevitabile, il concetto di community è un po’ come quello di famiglia, ci si integra alla società che ci ospita, portandovi i nostri valori ma con le spalle ben coperte diciamo.
Un’altra caratteristica è l’inevitabile cambio di prospettiva che si ha dopo qualche anno rispetto a degli aspetti che all’inizio magari non sopportavamo ma che poi finiamo per apprezzare e non poterne più fare a meno, aspetti che con The Italian Community abbiamo riassunto in un video”.
Ormai non c’è giorno in cui i giornali non parlino del “fenomeno della nuova emigrazione italiana”. Ma questa emorragia di italiani che in misura sempre maggiore scelgono Londra come città da cui ripartire dipende solo dalla crisi economica che affligge il nostro Paese? E se il Regno Unito decidesse davvero di uscire dalla Comunità Europea per contenere questo flusso inarrestabile di arrivi?
“Io penso che quello a cui stiamo assistendo, sia il sintomo di un’inevitabile evoluzione sociale e culturale per cui se una volta non si sapeva cosa ci fosse fuori dai nostri confini, ora con l’evoluzione tecnologica e mediatica i giovani e non solo, sanno di poter perseguire altri scopi, sono curiosi, vogliono comprendere e sperimentare cosa può voler dire vivere all’estero, imparare una nuova lingua e vivere secondo sistemi diversi. Credo che sia una curiosità che tutti hanno ma che magari per diverse ragioni, non tutti trovano il coraggio di seguire. La crisi economica e sociale che stiamo vivendo ormai da parecchio in Italia, di certo incentiva e spinge a cercare alternative specie per quei giovani per cui al momento sembra più difficile riuscire a percorrere una strada professionale e a vedersi proiettati in un futuro e Londra sembra essere il naturale compromesso per chi non vuole andare oltreoceano.
Per quanto riguarda la possibilità di una chiusura delle frontiere da parte del Regno Unito, non penso possa mai essere ritenuta un’opzione giusta o ravvisabile ma capisco le paure di un Paese che negli ultimi anni si è visto letteralmente invaso da stranieri e comincia ad avere difficoltà ad ammortizzare le energie. Ritengo che per questa ragione possa essere giusto adottare delle misure precauzionali che però non dovrebbero mai andare a limitare le libertà delle persone. Credo inoltre che andrebbe instillato qualche dubbio a chi decide di partire, bisogna chiarire che trasferirsi in un altro Paese implica molti sacrifici e che prima di compiere un passo del genere, specie ai giorni d’oggi, bisogna avere un piano d’azione ben preciso in mente. Londra è una città eccezionale e unica nel suo genere, offre mille opportunità ma ha una competizione altissima che rischia di schiacciare chi non sa bene come muoversi. Bisogna essere modesti, mettere sulla bilancia i pro e i contro di una scelta del genere e scegliere il momento giusto per farlo”.
Cultura british vs cultura italiana.. c’è qualcosa in cui loro eccellono e che a noi manca?
“Per me la parola chiave in tutti i settori della vita o quasi, è organizzazione e in questo loro sono molto più bravi di noi, bisogna ammetterlo. E’ una cosa che si nota subito credo, basta guardare la semplicità che si ha nelle pratiche burocratiche o il sistema dei trasporti, e davvero tutti i settori possibili. Credo che l’essere strutturati, organizzati, seguire un ordine, sia quello che può permetterci di raggiungere i nostri obiettivi, aiuti ad affrontare le difficoltà nel percorso verso un traguardo e credo che questo valga anche nella vita personale”.
Chi non dovrebbe venire a Londra…
“Chi manca di determinazione, umiltà e voglia di fare. Una volta qui la competizione fa si che la strada davanti a noi non sia più dritta ma bisogna scegliere quale percorso intraprendere, qui si corre, questa è una città che va ad alta velocità e bisogna essere certi di poter seguirne il ritmo, pena il fallimento”.
Tre consigli agli italiani che stanno pensando di trasferirsi a Londra.
“Come ricordavamo prima, innanzitutto bisogna avere le idee chiare prima di partire, fare un piano d’azione, sapere cosa si vuole raggiungere e come.
Seconda cosa, è importantissimo avere un punto di riferimento, che sia un amico, piuttosto che un parente o un lavoro ad aspettarci, sconsiglierei di partire completamente allo sbaraglio.
Terzo consiglio che ritengo importantissimo è non dimenticarsi di essere italiani, continuare ad esserlo valorizzando la nostra cultura e trasmettendo i nostri principi. Noi siamo un popolo meraviglioso ma a volte lo dimentichiamo”.

Fonte:http://www.londrachiamaitalia.com/italiana-moglie-madre-imprenditrice-alessia-affinita-ci-racconta-la-sua-londra/

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